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Cuore fermo per 70 minuti, donna rianimata al Sant’Orsola

Probabilmente qualche anno fa sarebbe morta, ed invece Laura, una donna di 31 anni di Bologna, è sopravvissuta ad un attacco cardiaco per cui il suo cuore è rimasto fermo per ben 70 minuti. Lo rende noto oggi l’ospedale Sant’Orsola, dove la donna è stata ricoverata la scorsa settimana.

Laura deve la sua vita ad una giovane specializzanda e ad una nuova tecnica di rianimazione che proprio la futura dottoressa metteva in pratica. A fare la sua parte è stata anche l’ambulanza, arrivata in appena 8 minuti, la quale, arrivata così velocemente, ha reso possibile per la specializzanda ed il team di pronto soccorso applicare il massaggio cardiaco con il defibrillatore (utilizzato per ben 12 volte).

La ventilazione meccanica ed il farmaco adrenalina l’hanno tenuta in vita, ed alla ricomparsa del ritmo cardiaco è stata applicata la tecnica dell’ipotermia (abbassamento della temperatura corporea). In questo modo la donna, sistemata nel reparto rianimazione del Sant’Orsola, ha potuto rimanere in ipotermia per 24 ore, alla fine delle quali ha riaperto gli occhi.

Si tratta di un caso particolare reso possibile da condizioni legate anche ad una perfetta organizzazione di assistenza rianimatoria

ha spiegato il dott. Gianfranco Di Nino dell’ospedale bolognese che ha spiegato pubblicamente questo incredibile risultato. Dopo che la paziente ha ripreso conoscenza, la preoccupazione si è spostata su possibili danni cerebrali. Infatti si calcola in 4-6 minuti il tempo massimo in cui il cervello può rimanere attivo senza ossigeno, e dopo 10 minuti si calcola che cominciano a comparire i primi danni irreversibili che poi portano alla morte (anche se una recente scoperta ha notato che alcune cellule possono sopravvivere anche per 3 ore in mancanza di ossigeno). Probabilmente proprio la tecnica dell’ipotermia, che ha così raffreddato e dunque rallentato il processo di degenerazione del cervello, ha permesso ai medici di riavviare la ventilazione, anche se meccanicamente, dato che dopo il risveglio la donna ha dimostrato di non aver alcun danno cerebrale.

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[Fonte: Corriere di Bologna]