Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Chirurgia » Fibromi e polipi: togliere senza anestesia e ricovero

Fibromi e polipi: togliere senza anestesia e ricovero

Rimuovere i polipi e i fibromi uterini senza anestesia e senza ricovero è finalmente una realtà grazie ad un innovativo strumento mininvasivo messo a punto dal dottor Gianpietro Gubbini di Bologna. Si tratta di un miniresettoscopio ed è stato testato per la prima volta su un campione significativo di pazienti con lo scopo di confrontarlo con le tecniche operatorie tradizionali.

Lo studio è stato pubblicato recentemente sulla rivista Obstetric and Gynecology, e i risultati sono molto promettenti. Il miniresettoscopio, infatti, non soltanto è efficace quanto la tecnica operatoria classica, ma offre alla paziente la possibilità di essere operata senza anestesia e in ambulatorio.

I polipi cervicali sono escrescenze, il più delle volte di natura benigna, che si formano all’interno dell’utero o del canale cervicale. Solitamente colpiscono le donne tra i 40 e i 50 anni, a causa delle alterazioni ormonali che caratterizzano questo periodo della vita (eccessivo stimolo degli estrogeni). I polipi al collo dell’utero, inoltre, possono svilupparsi anche in seguito ad un’infiammazione cronica della cervice uterina. In genere i polipi sono asintomatici, tuttavia possono provocare piccoli sanguinamenti anomali, mestruazioni abbondanti, ma anche vere e proprie emorragie, anche durante la menopausa.

I fibromi uterini sono tumori benigni della parete muscolare dell’utero, e si riscontrano maggiormente nelle donne di età superiore ai 35 anni. Sono legati a fattori ormonali, e tendono a diminuire all’arrivo della menopausa. Anche in  questo caso sono asintomatici, tuttavia tra i sintomi più rilevanti ci sono le mestruazioni abbondanti e il dolore pelvico.

La chirurgia tradizionale prevede l’anestesia per la paziente e l’uso di un resettoscopio di 10 mm di diametro che viene inserito nella cavità uterina per dilatare il collo dell’utero. Questa procedura non è esente da complicanze, e nei casi più gravi anche da lesioni dell’utero. Grazie al nuovo strumento mininvasivo, invece, non è necessaria né l’anestesia né la dilatazione dell’utero, e si riducono le complicazioni in maniera significativa, con un risparmio anche per la spesa sanitaria pubblica.

Via|Policlinico Gemelli di Roma; Foto di ThinkStock