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Chirurgia mini-invasiva, inventato il primo robot chirurgo che nuota ad alta velocità nelle arterie

Che cos’hanno in comune l’accendigas, gli orologi al quarzo e gli ultimi elaborati della chirurgia mini-invasiva? All’apparenza niente, ma in realtà c’è una cosa che condividono ed è la piezoelettricità, sfruttata a differenti scopi per i micromotori. Ben più ambizioso e utile fine che quello di far scaturire la fiamma sotto il fornello, ha il nuovo chirurgo robot ideato da un gruppo di scienzati australiani, capace di operare dall’interno, in perfetta sintonia con quello che è lo spirito delle nanotecnologie avanzate.

Sospinto da un generatore di energia alimentato proprio dalla piezoelettricità, il rivoluzionario medico meccanico è in grado di raggiungere una velocità e una potenza tali da riuscire a risalire controcorrente nelle arterie, compiendo lunghi viaggi all’interno del corpo umano e rendendo più semplici e meno invasivi delicati interventi chirurgici.

Già da tempo nel campo della chirurgia si utilizzando le nanotecnologie, nonostante i numerosi limiti e difficoltà posti ad esempio dalle arterie strette, difficili da attraversare senza rischiare danni anche gravi. Il nuovo robot sembra rappresentare un’importante svolta nel settore, dal momento che l’utilizzo della piezoelettricità garantisce dimensioni ancora più piccole per il propulsore di energia, un bastoncello di appena un quarto di millimetro, conservando però la stessa intensità capace di nuotare controcorrente ad alta velocità. La piezoelettricità, grazie alla proprietà di alcuni cristalli, genera un differenziale elettrico come reazione ad uno stress meccanico. James Friend, a capo del team di studiosi del laboratorio di Ricerca in Micro e nanofisica della Monash University di Melbourne che ha ideato il robot, spiega sul Journal of Micromechanics and Microengineering:

Abbiamo un motore in grado di nuotare e speriamo di liberarlo entro quest’anno. I motori sono finora rimasti indietro lungo la strada della miniaturizzazione per la difficoltà di conciliare le piccolissime dimensioni con la potenza necessaria per nuotare controcorrente nel circolo sanguigno.

Ma come si svolgerebbe un intervento chirurgico che utilizzi il chirurgo robot che nuota nelle arterie? La procedura prevede l’iniezione del dispositivo nell’arteria femorale, una volta all’interno del sangue si sgancerebbe dal catatere e proseguirebbe il viaggio grazie ad una coda ad elica che funziona da propulsore. Una microtelecamera permetterebbe al chirurgo vero di guidarne le azioni e di condurlo verso il luogo di intervento. E il viaggio verso una chirurgia dolce continua…
[Fonte: Ansa]