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La Spagna legalizza l’aborto a 16 anni all’insaputa dei genitori

La legislazione sui minori in Spagna è piuttosto singolare. A 16 anni non si può comprare un pacco di sigarette, ma ci si può rifare il seno. Non si può guidare la macchina, ma si può fare la fecondazione assistita, e da oggi si potrà abortire. Il problema delle gravidanze indesiderate nasce dalla “spensieratezza” con cui moltissime minorenni (circa 1 su 5) dichiarano di fare sesso senza precauzioni.

Per questo motivo, nel solo 2008, sono state stimate in 11 mila le ragazzine rimaste incinta. Oltre la metà ha deciso di interrompere la gravidanza, ma l’ha dovuto fare con l’avvallo dei genitori. Le restanti 4 mila adolescenti circa hanno portato a termine la gravidanza, ma molte di esse sono state “costrette” dai genitori, magari perché cattolici e non inclini ad approvare l’aborto. Per questo motivo è in discussione in Parlamento un disegno di legge che permette a delle giovani che hanno compiuto 16 anni di interrompere la gravidanza entro la 14esima settimana (o entro la 22esima in caso di pericolo della salute della ragazza) senza la firma di un genitore o tutore legale.

Com’era facile aspettarsi, la reazione della Chiesa è stata veemente. Ma sorprendentemente lo è stato anche il Governo iberico, che ha reagito prontamente alle critiche religiose, accusando la Chiesa di voler intervenire sulla legislazione di un Paese, tralasciando l’aspetto morale della questione. Un po’ la reazione che vorremmo vedere tutti dalla politica italiana, ma che rimarrà sempre un’utopia.

In realtà, fanno sapere dal Ministero dell’Uguaglianza (il nostro Ministero delle Pari Opportunità), non c’è nulla di nuovo in questa legge, dato che da anni esiste una norma secondo la quale le sedicenni possono prendere decisioni su interventi medici in piena autonomia. Quindi, per quanto riguarda l’aborto, questa è solo una specificazione su un vuoto legislativo che spesso veniva colmato con la mera interpretazione dei protagonisti. Dopotutto, secondo Bibiana Aido, ministro dell’Uguaglianza, la differenza tra una ragazza di 16 anni ed una di 18 è minima, e quindi non avrebbe senso limitarne l’azione su un evento così importante per la propria vita.

[Fonte: Corriere della Sera]