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Malattie reumatiche, conoscere per prevenire

Malattie reumatiche ed autoimmuni, in tutta Italia iniziative volte alla conoscenza del problema. A Milano sarà possibile trovare in P.za Cordusio fino al 28 febbraio, un igloo. Non si tratta di una nuova sfida architettonica contro il freddo di questi giorni, bensì di un infopoint organizzato dall’Istituto Gaetano Pini sulla Reumatologia. Lo slogan, Metti le tue mani nelle nostre.

L’obiettivo-spiega il dott. Amedeo Troiano Direttore dello stesso Istituto- è quello di fornire ai cittadini, attraverso i nostri specialisti e la diffusione di materiale divulgativo, gli strumenti per comprendere la rilevanza della prevenzione e della diagnosi precoce delle malattie reumatiche.

L’Istituto milanese G. Pini è uno dei luoghi che ci invidiano anche all’estero: centro di eccellenza per tutte le patologie ortopedico-reumatiche, che sta puntando con la ricerca, allo sviluppo di nuove cure, ma soprattutto alla diagnosi precoce. L’ approccio, multidisciplinare, perché le malattie reumatiche autoimmuni aggrediscono varie parti del corpo ed in diverse fasce d’età. Sono quindi necessari dermatologi, ortopedici, oculisti, ginecologi, pneumologi ecc.

L’ Istituto ha per questi motivi creato al suo interno dei percorsi di studio e formazione nonchè ambulatori per categoria di pazienti: ha ad esempio organizzato una Clinica delle Artriti Precoci, che offre ai medici del territorio una via preferenziale per la rapida diagnosi; o anche la Clinica della Gravidanza per le pazienti in stato interessante, o il dipartimento dedicato ai bambini reumatici.

Ma l’iniziativa non è l’unica di questo tipo:  mentre a Roma si sono da poco riuniti i maggiori esperti  europei per fare il punto della situazione, in Puglia, la Cattedra di Reumatologia dell’Università di Bari, insieme all’Associazione Pugliese Malati Reumatici Onlus (A.P.MA.R.) e L’Agenzia Regionale Sanitaria, hanno organizzato degli incontri conoscitivi sull’artrite reumatoide, sempre col fine della prevenzione e della precoce individuazione. In Italia ne soffrono 300.000 persone. Una vera emergenza sociale.