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Bambini, in aumento patologie tumorali

 Cresce il numero dei bambini colpiti da tumore nel primo anno di vita. L’aumento è stato costante : parliamo di circa l 20% in venti anni in tutta l’Eurozona. E di almeno il 3% in Italia. Sono questi i risultati dello studio condotto dal dott. Ernesto Burgio, il coordinatore del comitato scientifico dell’Associazione medici  per l’Ambiente e dal dott. Giuseppe Masera, ordinario di clinica pediatrica prosso l’Univeristà di Milano Bicocca.

I due professionisti hanno presentato una ricerca condotta sulla relazione tra l’insorgenza del cancro nei bambini in base al l’impatto dei fattori ambientali sulla loro crescita. Ovviamente sotto la lente d’ingrandimento sono caduti i pesticidi, benzene,  metalli pesanti e particolati fini, agenti inquinanti con i quali i genitori vengono a contatto sia prima del concepimento che nel corso della gestazione.

Commenta Burgio:

Abbiamo rilevato un aumento dell’incidenza del cancro nel primo anno di vita. Non si tratta solo di leucemie, ma anche di linfomi (più quattro per cento) e tumori solidi, come il neuroblastoma o alcuni tipi di sarcomi che prima non si registravano nell’infanzia.

Secondo i ricercatori non solo il Dna  è trasmissibile per via ereditaria, e l’inquinamento potrebbe agire sul feto in modi non ancora esplorati a sufficienza. Continua il medico:

Alcuni inquinanti  dalla placenta possono passare al feto, cambiando il suo epigenoma, proprio nel momento in cui si formano i suoi organi e tessuti, trasmettendo dunque le alterazioni al genoma dei gameti, cioè ovuli e spermatozoi, i quali a loro volta le tramanderebbero al futuro bambino.

I dati parlano chiaro: le neoplasie infantili crescono di almeno 1500 unità ogni anno nel nostro paese. Per  monitorare la situazione le maggiori associazioni oncologiche e pediatriche stanno raccogliendo le proprie forze per dare vita ad un registro nazionale che cataloghi adeguatamente tutti i casi.  In modo tale da comprendere a fondo la casistica e dare ai bambini le giuste cure al momento giusto aumentandone non solo la sopravvivenza, ma anche diminuendo il disagio relativo ad alcune terapie.

Una mossa che, secondo molti addetti, sembra non essere gradita alle case farmaceutiche.

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Fonte: Corriere della Sera