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Chemioterapia tumore al seno, i migliori farmaci per la cura

Chemioterapia (chemio) per il tumore al seno. Spesso questa opzione terapeutica che può anticipare e/o seguire l’asportazione della massa neoplastica, spaventa più della malattia stessa a causa dei suoi effetti collaterali. Molto spesso anche in modo eccessivo rispetto alla realtà pratica. Ma di cosa si tratta di preciso? E cosa occorre sapere? La chemioterapia è un trattamento con farmaci anti cancro, in grado di distruggere le cellule tumorali diffuse nell’organismo. Può essere somministrata per via endovenosa o orale (con pillole). La chemio si fa in cicli, con pause tra l’uno e l’altro che permettono di recuperare dagli effetti collaterali. Per concludere tutta la terapia occorrono quindi diversi mesi, durante i quali si procede con controlli e terapie complementari di supporto. Di seguito tutti i farmaci che si utilizzano ed altre cose da sapere.

Perché, come e quando si fa la chemioterapia?

La chemioterapia per il tumore al seno (ma anche per altre forme di cancro) si può utilizzare dopo un intervento chirurgico di rimozione (chemioterapia adiuvante, è il caso standard e si esegue per uccidere le eventuali cellule neoplastiche in circolo nell’organismo e non visibili da poter essere asportate) per ridurre il rischio di recidiva e metastasi, prima dell’operazione ( chemioterapia neoadiuvante, serve a ridurre le dimensioni della massa per favorirne l’asportazione) o in caso di cancro al seno in fase avanzata (quando ormai la neoplasia è diffusa fuori dalla sede originaria ed un intervent chirurgico non sarebbe risolutivo, ma solo debilitante). La durata della chemio ed i farmaci da utilizzare dipenderanno dai singoli casi, dal tipo di neoplasia, dalle condizioni generali di salute della paziente e dalla sua risposta al trattamento mano a mano che va avanti.

 

I farmaci chemio più utilizzati

Non tutti i chemioterapici sono eguali. Alcuni sono più tollerabili di altri, talini si somministrano un’unica volta a ciclo, altri quotidianamente o settimanalmente. Anche la durata ed il numero di cicli può cambiare a seconda del farmaco. La scelta del più idoneo spetta all’oncologo -previa informazione alla paziente circa gli effetti – in relazione ai sopra enunciati fattori.   Spesso si utilizzano combinazioni di vari farmaci, che si stanno dimostrando più efficaci, benché anche in tal caso, non egualmente per tutte le donne.

Tra quelli più utilizzati in caso di tumore al seno iniziale troviamo:

  • Antracicline: doxorubicina / adriamicina ® e epirubicina / Ellence ®
  • Taxani: paclitaxel / Taxol ® e docetaxel / Taxotere ®

 

Questi si utilizzano spesso in combinazione con altri farmaci, come il fluorouracile (5-FU), il ciclofosfamide (Cytoxan ®), e il carboplatino.

Per i tumori HER2 positivo, il trastuzumab – farmaco biologico mirato/ anticorpo monoclonale- (Herceptin ®) si abbina ai taxani.

Il Pertuzumab (Perjeta ®) di solito -sempre nei casi Her2 + – si abbina a trastuzumab e docetaxel.

 

Tra i chemioterapici utilizzati nelle donne con carcinoma mammario avanzato troviamo:

  • Docetaxel
  • Paclitaxel
  • Agenti di platino (cisplatino, carboplatino)
  • Vinorelbina (Navelbine ®)
  • Capecitabina (Xeloda ®)
  • Doxorubicina liposomiale (Doxil ®)
  • Gemcitabina (Gemzar ®)
  • Mitoxantrone
  • Ixabepilone (Ixempra ®)
  • Albumina-bound paclitaxel (nab-paclitaxel o Abraxane ®)
  • Eribulina (Halaven ®)

In tal caso sembrano maggiormente efficaci i farmaci singoli piuttosto che le combinazioni. Terapie e sostanze mirate sono disponibili per i tumori Her2+.

 

Effetti collaterali chemioterapia e farmaci complementari

La chemioterapia per il tumore al seno può avere ha effetti collaterali noti ed altri poco conosciuti:

  • Perdita dei capelli
  • Alterazione dello stato delle unghie
  • Perdita o aumento dell’appetito
  • Nausea e/o vomito
  • Alterazione di alcuni valori ematici (globuli bianchi, rosse e piastrine basse con conseguenti problematiche che possono indurre a ecchimosi, sanguinamento, maggior rischio di infezione, stanchezza)

Per tale motivo spesso in concomitanza e/o alternanza dei chemioterapici si somministrano altri medicinali e/o rimedi e integratori (anche all’occorrenza) che possano contribuire a risolvere questi problemi e permettere all’organismo di continuare ad affrontare tutte le cure ed i cicli successivi. Va detto comunque che non tutte le donne riscontrano i medesimi effetti collaterali e con la medesima gravità e tutto tende comunque a passare a fine chemio.

Tra gli altri effetti che si possono avere troviamo anche alterazioni del ciclo mestruale talvolta con menopausa precoce ed infertilità: dipende dal chemioterapico e quando si manifesta può anche essere irreversibile. Ciò può avere come conseguenza anche una precoce perdita di massa ossea, compensabile con altri farmaci specifici.

Alcuni farmaci chemioterapici per il tumore al seno possono inoltre provocare una neuropatia (con intorpidimento, dolore, sensibilità, specie agli arti), cardiomiopatie, sindrome mano-piede (con irritazione, arrossamento e formicolio delle piante, fino al dolore). In questi casi parlandone con l’oncologo può diventare opportuno eliminare quello specifico agente chemioterapico e passare ad un altro.

 

Nella maggioranza dei casi i benefici della chemioterapia nel prevenire una recidiva o nel prolungare la sopravvivenza sono ben maggiori di questi effetti collaterali, diventati più sopportabili anche a quella che viene definita “terapia complementare” che oltre ad altri farmaci utilizza integratori e rimedi naturali. Anche negli ospedali.

 

 

 

 

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