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Terapia Di Bella: malato vince contro Asl e la ottiene gratuitamente

 Il “metodo Di Bella” contro i tumori, a base di somatostatina ed ideata tra il 1997 ed il 1998 dall’omonimo oncologo Luigi di Bella, ha sempre creato “scompiglio” all’interno della medicina oncologica tradizionale. Al punto di non rendere rimborsabile dal servizio sanitario nazionale il protocollo di cura. P.F., paziente oncologico, ha vinto il ricorso contro la Asl di Bari (quella di sua pertinenza, n.d.r.) ed ha ottenuto “l’erogazione gratuita ed immediata” della cura.

Quando in merito a questo protocollo di cura parliamo di “situazione complicata”, ci riferiamo ai passaggi che questa terapia ha passato negli anni, sia fuori che dentro i tribunali. Le sperimentazioni a riguardo condotta ai tempi del ministero della Salute di Rosy Bindi, non dimostrarono l’efficacia desiderata. Diversi pazienti riportarono casi di miglioramento, altri addirittura denunciarono la tossicità del preparato.

Rimase ad ogni modo la libertà, previa collaborazione di un medico compiacente, di potersi avvalere indipendentemente dell’MDB (Metodo Di Bella, n.d.r) senza però attendersi un riconoscimento delle spese sostenute.

Va ricordato: secondo la commissione nazionale oncologica, questo approccio è privo di validità scientifica. E’ questa la motivazione per la quale la Asl di Bari, attraverso un provvedimento firmato dal direttore generale Domenico Colasanto, ha dato mandato al suo legale di opporsi al giudizio.

Le reazioni sono state molteplici, ma quella di Carmine Pintu, segretario dell’Associazione nazionale di oncologia medica (Aiom) racchiude essenzialmente il sentimento generale:

Si tornano ad avallare il facile sensazionalismo e le false speranze da parte dei pazienti. Dobbiamo garantire ai malati cure per le quali c’è una dimostrazione scientifica di efficacia, e non cure potenzialmente tossiche. Sul metodo Di Bella sono state svolte sperimentazioni che hanno dimostrato in modo chiaro l’inefficacia della cura in questione: non si è dimostrato “attivo” contro la patologia.

E’ giusto sottrarre i pazienti, per quanto convinti delle loro ragioni, a delle cure efficaci contro la propria patologia? DI certo è necessario far sì che i malati possano essere sottoposti alle cure migliori esistenti senza che rimangano vittime di false speranze.

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