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Tumore al polmone, malattia rara se non si fumasse più

Il carcinoma polmonare rappresenta, ancora oggi, la prima causa di morte tumorale ma sarebbe una malattia rara se solo smettessimo di fumare: è quanto si evince The Bridge – Bridging the present and future, convegno che ha riunito al Teatro Franco Parenti di Milano i maggiori esperti di oncologia polmonare italiani ed europei. Il tumore al polmone insomma potrebbe essere di gran lunga meno frequente di oggi.

Sappiamo che il fumo è infatti la causa principale che determina il tumore al polmone: ben l’80-85% della popolazione colpita da questa patologia è (o è stato) un fumatore e questa percentuale altissima è un dato importante sul quale riflettere. La sopravvivenza, per maschi e femmine, del tumore polmonare a 5 anni dalla diagnosi è in media del 17%. Senza fumare, però, il carcinoma polmonare diventerebbe patologia molto rara, a dimostrazione che la prevenzione primaria (ovvero la scelta di non fumare) diventa fondamentale per ridurre di gran lunga il numero di persone che ogni anno vengono colpite da questa malattia. Sono tantissime, si stima una media di 40mila nuovi casi all’anno in Italia. Il carcinoma polmonare è responsabile ogni anno di un milione e trecentomila decessi per cancro in tutto il mondo, ovvero più di quanto causato da neoplasia del colon, mammella e prostata messi insieme.

Non fumare sarebbe uno strumento valido per preservare il proprio stato di salute o comunque diminuire di un bel po’ la possibilità di essere colpiti dalla malattia. Per questo motivo, nel convegno sopra indicato, si è sottolinato a più riprese l’importanza di fare prevenzione soprattutto tra i giovanissimi. E’ in tenerà età infatti che solitamente si prende il vizio della sigaretta: si stima che in Italia il 64% dei fumatori abbia una età compresa tra i 18 e  i 34 anni ma più del 70% accende la prima sigaretta tra i 15 e i 20 anni. A preoccupare in ottica salute sono coloro che possono essere definiti baby fumatori: ben il 13% inizia a fumare prima dei 15 anni, ed il 46% prima dei 17 anni.

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