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Tumore al polmone, sopravvivenza aumenta con nuovo farmaco sperimentale: è l’afatinib

 Un nuovo farmaco per la cura del carcinoma polmonare positivo per le mutazioni EGFR è pronto per essere immesso sul mercato: si tratta dell’Afatinib ed i dati sulla sua efficacia sono stati presentati a Chicago, nel corso del meeting internazionale dell’ASCO 2012.  I risultati riguardano uno studio di fase III (LUX-Lung 3) che ha coinvolto alcuni pazienti con carcinoma polmonare, trattati in via sperimentale col nuovo farmaco a fini registrativi. Cosa ne è emerso?

Una sopravvivenza senza progressione della malattia con una media equivalente ad 13,6 mesi rispetto ai 6,9 della chemioterapia tradizionale: praticamente il doppio.  Non solo:  con l’uso dell’afatinib è stato riscontrato anche un miglioramento nel controllo della sintomatologia tipica del tumore al polmone: dispnea, tosse e dolore al torace. Tra gli effetti collaterali invece diarrea ed eruzioni cutanee, ma non a tal punto da invitare i pazienti a sospendere la terapia. Da ciò si evince la speranza di poter utilizzare a breve il nuovo medicinale come trattamento di prima linea in questa forma di cancro al polmone: il carcinoma polmonare è il big killer per eccellenza, il più diffuso e mortale, con oltre un milione e seicentomila nuove diagnosi ogni anno ed una mortalità che raggiunge il 18% del totale oncologico (la causa principale, nel 13% dei casi, lo ricordiamo, è il tabagismo).

Individuare le caratteristiche genetiche di un tumore è ciò a cui punta la moderna ricerca scientifica anticancro. E così si è scoperto che la mutazione dei geni recettori EGFR è spesso presente in caso di carcinoma polmonare non a piccole cellule. Afatinib (farmaco sperimentale in questione, sviluppato dalla Boehringer Ingelheim) è in grado di inibire in modo irreversibile i recettori  della famiglia ErbB, tra i responsabili dello sviluppo e dell’aggressività di alcune forme neoplastiche. Lo stesso medicinale è infatti attualmente sperimentato (fase III) anche contro il carcinoma mammario ed il tumore della testa e del collo.

Al via, sempre per il tumore al polmone, altre due sperimentazioni farmacologiche che hanno lo scopo di confrontare  afatinib con alcune terapie specifiche: il con il gefitinib per il carcinoma polmonare non a piccole cellule e con l’erlotinib quale terapia di seconda linea per il tumore ai polmoni a cellule squamose. Per approfondimenti sullo studio LUX-Lung 3, visitare il sito The White Room.

Foto: Thinkstock