Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Ricerca e Sperimentazione » Diossina e rifiuti in Campania: a febbraio un biomonitoraggio per valutare gli effetti degli inceneritori e dei roghi domestici

Diossina e rifiuti in Campania: a febbraio un biomonitoraggio per valutare gli effetti degli inceneritori e dei roghi domestici

Il CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, effettuerà a febbraio uno studio/indagine in 13 Comuni tra le province di Napoli e Caserta. Uno studio che per l’ampiezza del campione non conosce precedenti nella nostra nazione e anche a livello internazionale si qualificherà come una delle indagini più estese tra quelle effettuate fino ad ora.

Lo studio chiamato SEBIOREC, Studio Epidemiologico Biomonitoraggio Regione Campania, è stato finanziato dalla Regione Campania e verrà realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità insieme all’IFC-CNR, l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Osservatorio Epidemiologico e dal Registro Tumori presso la Asl Napoli4 più cinque tra le Aziende Sanitarie Locali della Regione Campania.

Il campione utilizzato dal SEBIOREC coinvolgerà 830 persone tra 13 comuni di Napoli e Caserta, su 780 di queste verranno prelevati campioni di sangue mentre su 50 donne sarà prelevato latte materno al fine di controllare il livello di diossine e di metalli pesanti in essi contenuto. Tale campione sarà formato casualmente e in maniera proporzionale rispetto alla popolazione locale e sarà compreso in una fascia d’età tra i 20 e i 64 anni. Mentre i 13 Comuni saranno scelti in base al diverso livello di rischio ambientale. Le area a rischio sono state già valutate e identificate precedentemente con un’indagine epidemiologica nella Regione Campania realizzata per via dell’allarme lanciato dalla Protezione Civile sull’inquinamento da rifiuti di questa regione.

Lo studio SEBIOREC nella regione Campania giunge per constatare quanto effettivamente il livello di contaminazione ambientale abbia esposto in maniera pregressa o recente la popolazione ai contaminanti pericolosi ormai riconosciuti in quest’area. I risultati saranno utilizzati in parte in maniera urgente per programmare al più presto interventi di riqualificazione e di protezione ambientale come bonifiche e programmi prevenzione di malattie. E in parte a lungo termine per costruire sistemi di sorveglianza permanente ambiente-salute utili alle amministrazioni e ai cittadini come guida per valutare le priorità degli interventi e come misure corrette dei rischi dell’inquinamento.

Allo stato attuale, invece, rimane ancora il livello emergenziale per la Regione Campania laddove i provvedimenti tempestivi che si è pensato di adottare sono risultati inefficaci o inapplicabili, pertanto non hanno risolto ancora “la questione rifiuti in Campania”.