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Orecchio assoluto, è più comune di quanto si creda

L’orecchio assoluto è una caratteristica molto più comune di quanto non si creda. Sono in molti infatti a possederla anche tra coloro che non suonano uno strumento o non hanno particolari attitudini musicali.

A dimostrarlo uno studio condotto presso la statunitense University of Rochester’s Eastman School of Music illustrato in questi giorni alla Conferenza internazionale sulla percezione musicale e la mente tenutasi a Sapporo in Giappone.

L’orecchio assoluto (perfect pitch) è la capacità di riconoscere con esattezza le note che compongono un brano musicale, identificandone altezza e tonalità solo attraverso l’ascolto.

I ricercatori del Department of Brain and Cognitive Sciences dell’ateneo Usa, hanno messo a punto un test in grado di individuare le persone dotate di questa abilità anche tra coloro che non hanno una preparazione musicale specifica.

Infatti, come afferma, Elizabeth Marvin, docente di teoria musicale e autrice della ricerca

I test precedenti per l’orecchio assoluto richiedevano ai candidati di avere nozioni base o almeno una familiarità con un particolare pezzo musicale, e questo limitava il numero di persone da poter esaminare. Così non potevamo sapere quanto fosse diffuso l’orecchio perfetto fra la popolazione generale

Lo strumento creato dalla Marvin, insieme alla neuroscienziata Elissa Newport, si basa sugli studi del linguaggio condotti dai neuroscienziati su bambini che stanno imparando a parlare. Mediante questo test le due ricercatrici hanno scoperto che esiste un certo numero di persone dotate di orecchio assoluto anche fra i non musicisti.

L’orecchio assoluto quindi non sarebbe una prerogativa di questi ultimi. I non musicisti se ne avvalgono durante l’esecuzione del test pur senza averne consapevolezza. A questo punto il passo successivo sarà l’analisi delle abilità cognitive di questo gruppo di persone finalizzata alla comprensione di ciò che le distingue dai coetanei privi di questa caratteristica, o che posseggono solo un orecchio relativo ( sono in grado cioè di distinguere gli intervalli tra le note, ma non le note stesse).