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Una proteina contro la dipendenza da cocaina

Lo studio recentemente pubblicato sul Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics costituisce sicuramente un interessante passo avanti per combattere la dipendenza dalla cocaina: a destare l’attenzione è la scoperta di un particolare enzima contenuto in alcuni batteri che riesce a scindere la molecola della sostanza stupefacente rendendola molto meno assimilabile dal corpo umano.

Cocaina esterasi (CocE) è il nome di questa preziosa proteina scoperta dal team di esperti del comitato internazionale Faculty of 1000 Medicine che potrebbe aiutare a risolvere i problemi dei tanti cocainomani che, in America, arrivano fino ad un milione.

Arrivare alla scoperta dell’ enzima definitivo è stata un’impresa difficile per l’equipe americana poichè, dopo aver individuato la cocaina esterasi, gli esperti si sono subito accorti che il CocE rimaneva attivo solo per un breve periodo, insufficiente allo scopo. Così, hanno messo a punto una versione più stabile, chiamata DM CocE, ma anche più efficace rispetto all’enzima naturale perché riduce il desiderio della cocaina e previene i casi di overdose.

La sperimentazione dell’ enzima è avvenuta sui topi da laboratorio: le cavie, con l’ausilio di un bottone, potevano richiedere a loro piacimento delle razioni di droga, una modalità escogitata dai ricercatori per simulare la condizione di tossicodipendenza. I risultati hanno confermato la validità del trattamento con il DM CocE e coloro che utilizzavano questo enzima richiedevano effettivamente meno spesso la droga.

Dopo i primi test, gli autori hanno analizzato il caso conducendo un altra sperimentazione per sei mesi alla Yale University School of Medicine e al Baylor College of Medicine, dove si è evidenziato che la profilassi riesce nel suo scopo perché agisce sul sistema immunitario, aumentando il numero degli anticorpi anti-cocaina nel sangue. La cocaina viene resa inattiva prima che possa entrare in circolo nel cervello, senza causare ulteriori effetti collaterali.

Tuttavia, è importante sottolineare che solo il 38 per cento di coloro che hanno assunto il vaccino ha prodotto in realtà livelli di anticorpi sufficienti a inibire la cocaina e a ridurre in modo significativo gli effetti provocati dalla droga.