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Epatite C: telaprevir efficace nei casi cronici

 Buone notizie per i malati di epatite C: la sperimentazione di fase III “Illuminate” ha dimostrato l’efficacia della molecola di telaprevir nel combattere l’HCV nella forma cronica di quei pazienti che non hanno mai assunto quel medicinale. Lo studio,  di notevole importanza per coloro malati cronici del primo genotipo di epatite C , è stato pubblicato qualche giorno fa sulla rivista di settore New England Journal of Medicine.

La ricerca illustra come si siano ottenuti ottimi risultati terapeutici in caso di combinazione con altri due farmaci: l’interferone pegilato e la ribavirina. Ciò che era importante verificare in questo studio era l’efficacia non solo del farmaco di per se stesso, ma di quest’ultimo rispetto ad un periodo di tempo di 24 settimane rispetto al già riconosciuto di 48. Circa il 65% dei pazienti ha risposto positivamente come ci si aspettava. Spiega il prof. Kenneth Sherman, Professore di Medicina alla University of Cincinnati e coordinatore dello studio in questione:

Questi risultati confermano i benefici del regime terapeutico a base di telaprevir in pazienti naïve con infezione da HCV di genotipo 1. La maggior parte  dei pazienti, se trattati con telaprevir, potrebbe vedersi dimezzare la durata del trattamento, rispetto  alla terapia standard.

Un grande passo in avanti per il trattamento di questa patologia. Continua il ricercatore:

Il percorso terapeutico a base di interferone pegilato e ribavirina, è piuttosto lungo ma risulta efficace in meno della metà dei pazienti.2 La durata del trattamento, infatti, può portare ad una minore aderenza alla terapia e al conseguente fallimento della stessa. La possibilità di dimezzare le tempistiche, senza compromettere l’efficacia della terapia, non potrà che migliorare i risultati clinici dei pazienti.

Già approvato dalla FDA, questo farmaco, rispetto ad altri non comporta eccessivi effetti collaterali, sebbene nel 9% dei pazienti  sono stati riscontrati rush cutanei di diverso tipo e nel 2% uno stato di anemia.

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Fonte: NEJM