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Influenza Aviaria, nuovo caso di H7N9 in Cina

Nuovo caso di influenza in aviaria in Cina. Sebbene l’allarme al momento sia circoscritto ancora solo nel paese orientale, l’attenzione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è molto alta per paura di un possibile diffondersi dell’epidemia.

Quando parliamo di influenza aviaria sul territorio cinese parliamo del virus H7N9 il cui ceppo è apparso essere particolarmente virulento. La vittima del contagio in questo caso è un giovane di 30 anni risultato positivo in seguito a dei test condotti dai ricercatori del Medical College dell’università dello Zhejiang, nell’omonima provincia orientale cinese. Il ragazzo si era recato in ospedale dopo aver mostrato dei gravi sintomi influenzali. Attualmente il giovane si trova in condizioni critiche e con febbre molto alta. Su 142 contagiati (di cui tre nell’ultimo mese, N.d.R.) le vittime sono attualmente 45, quasi un terzo dei pazienti totali.

Quasi sempre questo particolare ceppo dell’influenza aviaria sfocia in una polmonite molto difficile da curare. Attualmente nessun contagio uomo-uomo è stato ancora riscontrato ufficialmente e gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità pur mantenendo alta l’attenzione, sottolineano che ogni contagio finora riscontrato sia avvenuto attraverso il contatto delle persone con feci di animali contaminati. Almeno fino ad ora. E’ infatti al vaglio degli specialisti il contagio di una donna indonesiana di 36 anni che lavora e vive ad Hong Kong e recatasi ad acquistare in Cina, a Shenzen, del pollame che ha macellato e mangiato. O meglio quello di quattro persone che vivono a stretto contatto con lei ed hanno mostrato i primi sintomi. Queste sono state poste sotto quarantena e sotto costante monitoraggio sanitario per verificarne le condizioni e soprattutto capire se effettivamente vi è stato un contagio e di che tipologia lo stesso sia.

Non resta che attendere i risultati dei controlli per comprendere se vi sia stata la possibilità reale di un contagio uomo-uomo o se anche in questo caso la causa sia da addurre al contatto con i polli.

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