Home » Neurologia » Cervello degli anziani più attivo con i social network

Cervello degli anziani più attivo con i social network

Il cervello degli anziani è più attivo in coloro che si iscrivono ai social network. Passare un po’ di tempo su Facebook, secondo uno studio condotto dall’Università dell’Arizona, potrebbe rivelarsi utile e benefico per l’attività cerebrale degli over 65.

È la frequentazione e l’usufrutto della rete basata sulle relazioni sociali a coadiuvare la tenuta in salute del cervello. Gli scienziati americani si sono resi conto che gli anziani che frequentano il social network riescono a tenere lontani lo spettro della demenza senile con più facilità. Per verificare la loro tesi i ricercatori hanno preso un campione di 14 persone di età compresa tra i 68 ed i 91 anni e lo ha sottoposto ad una serie di test cognitivi per testarne lo stato delle facoltà mentali dopo averli divisi in due gruppi distinti. Tutti sono stati scelti tra coloro che non avevano mai utilizzato Facebook o che lo utilizzavano meno di una volta al mese.

Un primo gruppo è stato impiegato direttamente sul social di Mark Zuckerberg. Chi non possedeva un proprio profilo è stato invitato a crearlo, ed a tutti sono state date “lezioni” su come gestire il proprio profilo e aggiungere i compagni di “studio” come amici.  Ad ognuno è stato poi chiesto di pubblicare qualcosa almeno una volta al giorno. Agli altri volontari, chiamati a funzionare come un gruppo di controllo, sono stati spinti ad iscriversi ed a gestire un account su  Penzu.com, un diario privato online. Tutti i partecipanti, prima dello studio, sono stati sottoposti a dei test riguardanti la funzionalità cognitiva, le interazioni sociali ed i livelli di solitudine. Gli stessi esami sono stati condotti poi a fine ricerca, dopo otto settimane.

Gli anziani che hanno utilizzato Facebook mostravano capacità migliorate sull’azione, sul ragionamento e sulla memoria in una percentuale pari al 25%, rispetto a quelli del gruppo di controllo, i quali non hanno mostrato alcun cambiamento sensibile.

Photo Credit | Thinkstock