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Farmaci omeopatici, saranno trattati come gli altri

 Entro l’estate per i farmaci omeopatici potrebbe esserci una svolta epocale, almeno per ciò che riguarda l’Italia. Ovvero i medicinali in questione dovrebbero arrivare ad essere sottoposti al vaglio dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), esattamente come tutti gli altri farmaci definiti “tradizionali”per la loro commercializzazione. Un riconoscimento storico per la medicina omeopatica. La situazione attuale è infatti abbastanza anomala e perdura da fin troppo tempo. Perché?

In commercio attualmente nel nostro Paese esistono circa 30.000 medicinali omeopatici che hanno una autorizzazione alla vendita, provvisoria, emanata nel lontano 1995. Da quella data in poi non è stato possibile commercializzarne altri, di nuova ricerca e produzione. Di fatto però questi prodotti, non risultano essere testati per sicurezza ed efficacia  come gli altri medicinali, proprio perché non obbligati dalla normativa italiana. Nel 2006 però le cose sono cambiate: una direttiva europea ha dato ufficialmente vita ad un Codice Unico del Farmaco, all’interno del quale sono presenti anche i prodotti omeopatici. In questa si fa l’obbligo di adeguamento per tutti i Paesi membri.

L’Italia ha recepito la normativa europea, ma finora si era visto ben poco. Negli ultimi mesi però i primi passi dell’Aifa e dunque del Ministero della Salute al riguardo della registrazione (sono state attivate già alcune pratiche), ma manca ancora superare lo scoglio del Parlamento: nel Dl sulle iberalizzazioni ed in quello circa le semplificazioni erano stati presentati due emendamenti proprio sull’omeopatia, ma  sono saltati. Dal Ministero della Salute arrivano però notizie confortanti al riguardo e nel frattempo ci si avvia alla registrazione di tutti i farmaci già in commercio. Le aziende produttrici dovranno adeguarsi alle regole, ma si dicono felici: questo permetterà la commercializzazione di nuovi prodotti e la possibilità di vendite all’estero, oltre che maggiori sicurezze per i consumatori. Le norme di registrazione saranno (pare) più semplici, ma questo permetterà soprattutto un’analisi e degli studi scientifici nuovi, cosa finora impossibile.

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