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La cannabis aumenta il rischio di contrarre il cancro

Molti studi hanno dimostrato che la marijuana non è così innocua come molti credono. Pare sia vero che letteralmente frigga il cervello e contribuisca alla psicosi. L’ultima “prova convincente” la portano dei ricercatori inglesi, i quali hanno dimostrato che il fumo di marijuana danneggia il materiale genetico del DNA, in modo che esso possa aumentare il rischio di contrarre il cancro.

Si sa da molto tempo che le sostanze tossiche presenti nel fumo di tabacco possono danneggiare il DNA ed aumentare il rischio di cancro del polmone e altre patologie. Tuttavia, non vi è stata mai la certezza se il fumo di marijuana abbia lo stesso effetto. Certo è che mescolando anche il tabacco alla marijuana, gli effetti delle sigarette si potevano avere anche sulle canne. Gli scienziati sono particolarmente preoccupati per la tossicità dell’acetaldeide, una sostanza presente sia nel tabacco che nella marijuana. Tuttavia, è stato difficile misurare il danno al DNA dovuto all’acetaldeide con test i convenzionali.

Utilizzando un nuovo metodo altamente sofisticato chiamato spettrometria di massa modificata, Rajinder Singh dell’Università di Leicester e colleghi hanno rilevato che:

Questi risultati forniscono la prova per il potenziale dannoso del fumo di cannabis [marijuana] nel DNA, il che implica che il consumo di spinelli di cannabis può essere dannoso per la salute umana, con la possibilità di avviare lo sviluppo del cancro.

All’inizio di quest’anno, un altro studio aveva dimostrato che gli adolescenti ed i giovani adulti che avevano fumato una grossa quantità di marijuana avevano maggiore probabile di vedere interrotto lo sviluppo del proprio cervello. Un’altra ricerca del 2007 invece aveva rilevato che i fumatori avevano in media un 41% di aumentato rischio di sviluppare disturbi psicotici più in là nella vita.

Lo studio è stato finanziato dalla Rete d’Eccellenza dell’Unione Europea, dal Medical Research Council e da altri gruppi ed è stato pubblicato nel numero di giugno della rivista American Chemical Society.

[Fonte: Livescience]