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Comportamenti alimentari: sfatiamo alcune false credenze

Nel calderone delle false credenze alimentari ci entra un po’ di tutto: pregiudizi, luoghi comuni, distorsioni che danno luogo a equivoci, veri e propri miti tramandati oralmente di generazione in generazione e molto altro ancora. Un’evenienza innocua? Non sempre, in quanto una scorretta informazione nutrizionale può, in qualche caso, compromettere il nostro stato di salute. Come difenderci, allora, da tale pericolo? Una cosa che potete fare seduta stante è vedere se, tra questi dieci falsi miti, ce n’è qualcuno che coincide con le vostre credenze, leggere perché non corrispondono alla verità ed eventualmente cambiare prontamente abitudini.

Una dieta dissociata è più salutare: falso. Escludere nell’arco di un pasto i cibi altamente proteici da quelli altamente ricchi di carboidrati e viceversa, per limitare la produzione di scorie (teoria senza alcun fondamento scientifico) è un’impostazione non fisiologica, pericolosa per la salute per via dei pesanti squilibri sul fronte nutrizionale.

Lo yogurt regola la flora batterica intestinale: non è del tutto esatto. I microrganismi contenuti nello yogurt naturale vengono “aggrediti” dal succo gastrico e dalla bile e pertanto non sono in grado di arrivare funzionalmente attivi nel grosso intestino. Gli yogurt oggi in commercio contengono, tuttavia, ceppi di microrganismi più resistenti all’azione dei succhi gastrici.

La vitamina C previene il raffreddore: falso. L’acido ascorbico, se assunto in dosi massicce (1-2 gr al giorno) può semmai alleviare le sensazioni soggettive ma non i sintomi oggettivi delle affezioni delle prime vie aeree. È pur vero, ad ogni modo, che per contrastare l’infezione virale, il nostro sistema immunitario ha bisogno di quantità sufficienti di vitamine (oltre alla C, anche le vitamine A. B, E), di zinco e di altri nutrienti essenziali, che l’organismo non riesce a sintetizzare.

La carne rossa fa buon sangue: falso. È una credenza tipica dei nostri nonni. Dal punto di vista dell’apporto proteico e del contenuto di ferro, tutte le carni sono uguali. Le carni bianche, rispetto a quelle rosse, presentano addirittura un basso contenuto lipidico e sono ricche di aminoacidi, soprattutto essenziali, e minerali tanto da essere consigliate dai nutrizionisti e anche dai pediatri.

II pesce potenzia la memoria perché contiene fosforo: falso. Il pesce, in primo luogo, non presenta un alto contenuto di fosforo (ne sono più ricchi, per esempio, i legumi, i formaggi e la frutta secca).
In seconda istanza, non vi è assolutamente correlazione tra l’assunzione di fosforo e le eventuali capacità mnemoniche. È vero, comunque, che gli acidi grassi polinsaturi, di cui il pesce è particolarmente ricco, sono utili allo sviluppo del sistema nervoso: da qui forse la nascita del malinteso.

Le uova contengono un elevato tasso di colesterolo: falso. Rispetto al passato, il contenuto in colesterolo è ridotto del 25%. L’apporto nutrizionale delle uova è così importante che i nutrizionisti consigliano di consumarne fino a quattro a settimana. Non è neppure vero che le uova siano particolarmente difficili da digerire: al contrario, per la loro digeribilità sono addirittura indicate per la dieta dei bambini e degli anziani.

Un bicchiere di vino rosso a pasto rende più longevi: non è del tutto esatto. Secondo numerose ricerche, i soggetti abituati ad un regolare e moderato consumo di bevande a bassa gradazione alcolica (vino e birra) sembrerebbero essere più longevi e più protetti dal rischio di alcune malattie croniche, in particolare la cardiopatia ischemica. Tali benefici vengono attribuiti alla presenza di polifenoli e sostanze antiossidanti.
Chi è astemio, però, può trovare le stesse sostanze antiossidanti e protettive del vino in una grandissima varietà di prodotti ortofrutticoli.

Lo zucchero di canna fa meglio rispetto di quello bianco: falso. Lo zucchero bruno di canna presenta le stesse caratteristiche nutrizionali e caloriche di quello bianco raffinato (sia esso di barbabietola o di canna).

Se di provenienza certa, la frutta è meglio consumarla con la buccia in quanto è più ricca di vitamine: falso. I principi nutritivi, quasi tutti idrosolubili, sono concentrati nella polpa in quanto è qui che vengono naturalmente sintetizzati. La buccia, invece, contiene fibre insolubili, di tipo cellulosico.

Parlando sempre di frutta, meglio mangiarla lontano dai pasti: falso. A meno che non si soffra di ipersensibilità dovuta a dispepsia gastrica (in parole povere, si tratta del ben noto mal di stomaco). Consumare frutta alla fine di un pasto, soprattutto se ricca in vitamina C, presenta tra le altre cose il vantaggio di facilitare l’assimilazione del ferro contenuto negli alimenti appena ingeriti.