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Si può fare l’amore dopo un infarto?

Via libera ai rapporti sessuali dopo l’infarto. Nonostante generalmente si possa pensare che l’attività sessuale possa rappresentare uno sforzo quasi “insostenibile” per i reduci dallo stesso, i cardiologi tedeschi rassicurano: non fa male.

E’ un’attività fisica che si può riprendere senza conseguenze per la maggior parte dei cardiopatici. Nel corso dello studio dedicato al tema i ricercatori dell’Università di Ulm sostengono che una moderata attività sessuale mette sotto sforzo il corpo e di conseguenza il cuore, come se la persona facesse due piani di scale o una camminata veloce e che quindi non vi siano possibilità del presentarsi di un altro infarto. E’ ovvio che vi sia il bisogno di valutare caso per caso con il proprio cardiologo.

Per giungere alle loro conclusioni gli scienziati tedeschi hanno preso un campione di persone cardiopatiche dai 30 ai 70 anni. E’ stata quindi valutata la loro attività sessuale nell’anno precedente all’attacco di cuore ed è stato verificato se vi potesse essere una associazione tra la frequenza del sesso fatto con eventi cardiaci successivi tra i quali l’ictus, la morte vascolare ed l’attacco di cuore fatale . Le percentuali nei quali i pazienti avevano fatto sesso erano molto eterogenee: partendo dall’astinenza fino ad arrivare alle diverse volte a settimana. Nel corso dei 10 anni di durata dello studio sono stati 100 gli eventi cardiovascolari occorsi ma il sesso, analizzando i dati, non è apparso essere nemmeno un fattore di rischio. Commenta Dietrich Rothenbacher, autore principale dello studio:

Sulla base dei nostri dati, sembra molto improbabile che l’attività sessuale sia un trigger rilevante di attacco di cuore. Meno della metà degli uomini e meno di un terzo delle donne però, dopo l’attacco di cuore, chiede informazioni su questo argomento al proprio medico. E’ importante rassicurare i pazienti, spiegando loro che dovrebbero riprendere la loro normale attività sessuale.

I medici dovrebbero rassicurare i pazienti basandosi sulle loro condizioni fisiche e dovrebbero renderli consci della possibilità che, nonostante il via libera, alcune terapie potrebbero avere effetti collaterali sulla libido.

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