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Prevenire e curare le intossicazioni da monossido di carbonio

 Intossicazioni da monossido di carbonio: quando si legge di casi di avvelenamento sul giornale, si pensa sempre che sia una realtà molto lontana dal nostro quotidiano. Ogni anno, al contrario, sono almeno 400 i casi che si verificano in Italia. Sebbene sembri essere un numero esiguo, nella realtà si tratta di contaminazioni, talvolta mortali, facilmente evitabili.

Il Centro Nazionale di Informazione Tossicologica (CNIT) dell’IRCCS Fondazione Maugeri fa il punto della situazione, indicando come l’avvelenamento e l’intossicazione da monossido di carbonio siano dei “killer silenziosi”. Questo gas infatti non solo è altamente tossico, ma anche inodore, incolore, insapore e non irritante.

E’ proprio questo suo essere “invisibile” a rappresentare il suo primo sintomi di pericolosità. Ed a rappresentare una sorta di “epidemia stagionale”, con alti picchi d’inverno, a causa dell’utilizzo di impianti termici mal funzionanti o mezzi di riscaldamento non adeguati per forma e composizione agli ambienti nei quali vengono utilizzati.

Tra le persone più a rischio di avvelenamento vi sono ovviamente i soggetti più deboli a livello fisiologico: bambini, anziani e cardiopatici e le donne in gravidanza. Spiega la dott.ssa Valeria Petrolini, tossicologa del CNIT:

Il monossido di carbonio si forma dalla combustione incompleta per carenza di ossigeno di composti organici come metano, carbone, legname. Le conseguenze di un’intossicazione da CO dipendono dalla durata di esposizione e dalla concentrazione del gas inalato e possono essere lievi (cefalea, nausea, vomito, stanchezza) o gravi (confusione mentale, perdita di coscienza, sopore, coma, convulsioni, ma anche dolore toracico o cardiopalmo).

Va da sé che concentrazioni elevate di questo gas e l’essere sottoposti ad esposizioni molto prolungate dello stesso possono rivelarsi letali. In particolare bisogna stare attenti alla sintomatologia, molto simile per alcuni versi, a quella delle sindrome influenzali. In caso di avvelenamento bisogna sottoporsi ad ossigenoterapia, spesso e volentieri da effettuare in camera iperbarica.

E’ necessario quindi fare attenzione allo stato dei propri impianti di riscaldamento, facendo in modo tale che tutto sia costituito e costruito secondo le necessarie norme di sicurezza.

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