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Animali clonati a scopi alimentari, arriva il no dell’Unione Europea

Buone notizie per i consumatori italiani per i quali sembra scongiurato definitivamente il pericolo di veder arrivare sulle proprie tavole cibi provenienti da animali clonati.

Il Parlamento Europeo ha infatti appena detto no alla clonazione degli animali a scopi alimentari invitando tutti i paesi dell’Unione a vietarne l’allevamento, oltre che la vendita e l’importazione di prodotti da essi derivati.

La risoluzione è stata approvata con 622 sì e 32 no.

Le motivazioni? Molteplici e tutte più che valide.

Se da un lato infatti la clonazione di animali a scopi alimentari, secondo quanto affermato tanto dagli europarlamentari che hanno votato in favore del provvedimento quanto dalla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori),

costituisce una grave minaccia all’immagine e alla sostanza del modello agricolo europeo che si basa sulla qualità dei prodotti, sui principi ecocompatibili e sul rispetto di standard rigorosi di benessere degli animali

dall’altro non si conoscono ancora gli effetti che questa potrebbe avere sul patrimonio zootecnico (la cui diversità genetica potrebbe risultare compromessa favorendo la diffusione di patologie e, di conseguenza, la morte di migliaia di capi di bestiame) e sulla salute degli animali stessi.

Gli animali clonati andrebbero infatti molto spesso incontro ad una morte precoce per collasso cardiovascolare, deficit del sistema immunitario, difficoltà respiratorie, anomalie muscolo-scheletriche disfunzioni renali ed epatiche.

Allo stesso modo, rileva l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), anche per gli embrioni clonati si registra un alto numero di aborti e disturbi durante le fasi avanzate della gravidanza che mette a repentaglio la salute delle “mamme in prestito”.

Per non parlare delle ripercussioni che il consumo abituale di cibi provenienti da animali clonati potrebbe avere sulla salute dei cittadini.

Infine, sottolinea il Gruppo europeo sull’etica, la clonazione di animali a scopi alimentari non ha alcuna legittimità etica e non esistono motivazioni valide per giustificare la produzione di alimenti ottenuti da cloni.