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Esenzione del ticket per il reddito: chi la firma?

 Si prospettano dei tempi burocraticamente bui per medici e consumatori. A partire da oggi infatti, le autocertificazioni sul reddito per ottenere l’esenzione dal pagamento del ticket per visite ed esami specialistici dovranno essere validate dai medici.

A prevederlo, l’entrata in funzione di un decreto del 2009. I medici non hanno preso eccessivamente bene il procedimento, chiedendo che siano le Asl a fare i controlli del caso. Per i cittadini la situazione se possibile è peggiore: ancora non sanno a chi e come rivolgersi.

Come già accaduto in passato quello che doveva essere un atto di semplificazione rischia di trasformarsi nel solito caos istituzionale in grado semplicemente di arrecare disturbo ai cittadini ed a chi ne ha effettivamente bisogno. Ma andiamo con ordine. Diventando operativo il decreto del ministero dell’economia che modifica il sistema di certificazione del diritto all’esenzione dal ticket per reddito, ora divenuto di spettanza del medico di famiglia, si rischia di rallentare l’intero sistema dando mansioni puramente amministrative ad una categoria che non appare adatta al compito, né per competenze né per tempi.

Come spiegano Stefano Cecconi, responsabile politiche della salute CGIL nazionale e Massimo Cozza, Segretario nazionale FP CGIL Medici:

Si tratta di un provvedimento che, volendo imporre ai medici in modo improprio e inappropriato il compito amministrativo di controllare l’esenzione dal ticket in base al reddito, potrebbe causare confusione e mancata applicazione. Bisognerebbe attuare un confronto sindacale finalizzato a una maggiore flessibilità nell’applicazione del decreto attraverso tempi e modi che diano le massime garanzie a cittadini e medici.

Al momento sono due le strade che si aprono: la prima è che i tempi diventino eccessivamente lunghi ed il cittadino sia costretto per curarsi a caricarsi di spese che non è in grado di sostenere; la seconda è che non venga applicato con le ovvie conseguenze, anche in questo caso, sia per il consumatore che per il sistema stesso che ne risulterebbe danneggiato.

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