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La chirurgia al seno e il ddl del governo

Britney Spears aveva 17 anni quando si è sottoposta all’intervento per aumentare il seno. Le soubrette Aida Yespica e ßelen Rodriguez appena due in più. Mentre la concorrente che tanto ha avuto successo nella scorsa edizione del Grande fratello, Cristina Del Basso, ha confessato, di averne appena compiuti 18 quando è passata dalla sua quarta misura alla sesta. Il mondo dello spet­tacolo è pieno di donne che si sono ri­fatte il seno da giovanissime, ma anche fra le “non famose” ogni anno cresce la domanda per gli interventi di masto­plastica additiva prima dei 18 anni.

Secondo una recente indagine Swg per il Ministero della Salute su un campione di donne italiane fra i  16 e i 45 anni, il 36%, delle minorenni ha dichiarato di non piacersi fisicamente e il 14% delle ragazze tra i 16 e i 17 anni vorrebbe sottoporsi ad una mastoplastica per au­mentare il seno. E’, proprio questo l’intervento che, più degli altri, costituisce l’oggetto del desiderio delle donne italiane più o meno giovani, per moti­vazioni a quanto pare più psicologiche che estetiche, visto che il 49% delle in­tervistate ha ammesso che un seno prosperoso aumenta l’autostima e mi­gliora la consapevolezza di sé.

Dopo aver annunciato già un anno fa l’intenzione di mettere un freno al ri­corso delle minorenni alla chirurgia del seno, lo scorso dicembre il Governo ha avviato su proposta del sottosegretario alla Salute Francesca Martini l’esame dei disegno di legge che vieta alle under 18 di sottoporsi all’intervento di masto­plastica additiva per ragioni estetiche. Dalla legge sono esclusi solo i casi di malformazione e gravi asimmetrie in cui si rende necessario anche prima dei 18 anni un intervento di correzione estetica e funzionale.

 Il disegno di legge all’esame del Go­verno istituisce anche un Registro nazionale delle protesi mammarie, una sorta di anagrafe degli interventi al seno che obbligherà i chirurghi a documentare, per ogni intervento di mastoplastica eseguito, il nome e le caratteristiche della struttura ospe­daliera dove si svolge l’operazione, nonché il codice e il materiale delle protesi, naturalmente nel rispetto della privacy delle pazienti. Lo scopo è quello di tracciare tutte le fasi e gli aspetti dell’operazione ed evitare che possa essere eseguita da chirurghi senza i requisiti necessari. Infine, il nuovo ddl obbliga il chirur­go a informare dettagliatamente la donna sulle modalità dell’intervento, sul materiale e sulla durata delle pro­tesi e sui possibili effetti collaterali che potrebbero manifestarsi negli an­ni a venire.

In Australia è stata recentemente approvata una legge molto rigida che ha limitato il ricorso alla chirurgia del seno per le under 18. Negli Stati Uniti, pur non essendoci una norma vincolante, la Food and drug administration (l’istituzione federale a tutela della salute) ha sconsigliato la chirurgia al seno per le minorenni, adducendo come motivazione il fatto che il corpo completa la sua matura­zione a 20 anni e che le protesi potrebbero ostacolare l’allattamento o la diagnosi dei tumori.

In Germania, davanti ai 100mila interventi all’anno di chi­rurgia estetica (seno, naso, liposuzione) eseguiti su ra­gazze minorenni, il governo ha dichiarato di voler mettere un freno al fenomeno e sta valutando l’idea di istituire un protocollo nazionale che renda obbligatoria una “doppia consulenza-, incrociata e vincolante, di due specialisti. Alla domanda -se sua figlia le chiedesse di rifarsi il seno a 16 anni cosa risponderebbe? le donne della tv che sul loro seno rifatto hanno basa­lo il proprio sex appeal reagiscono in maniera inaspettata.

Aida Yespica ha risposto:

Mi farei una gran risata e le direi: che te ne fai? Sei ancora piccola, cresci e ne riparliamo.

Belen Rodriguez, icona sexy del mo­mento, ancora più secca:

La pren­derei a schiaffoni. Io l’ho fatto solo per rimodellare il seno dopo un di­magrimento.

Evidentemente la que­stione è controversa. Fin tanto che si sogna di avere una misura in più: l’intervento rappresenta un mezzo come un altro per riuscire a esaudire il proprio desiderio. Una volta ottenu­to lo scopo, ci si accorge che quella a cui ci si è sottoposte è comunque un’operazione chirurgica e, pur es­sendo soddisfatte, si acquisisce una consapevolezza che spesso prima non c’era.