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La cannabis fa più male di quanto si pensava ed incide più sugli adolescenti che sugli adulti

Una nuova ricerca canadese è destinata a riaprire il dibattito, e di conseguenza le polemiche, sulla pianta più discussa del secolo: la cannabis. Gli adolescenti canadesi sono tra i più grandi consumatori di cannabis in tutto il mondo. Gli effetti di questa pianta da cui poi si ricava la droga, sui cervelli dei giovani, pare siano peggiori rispetto a quanto inizialmente si pensava, secondo una nuova ricerca della dott.ssa Gabriella Gobbi, ricercatrice dell’Istituto psichiatrico di ricerca della McGill University Health Centre.

Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Neurobiology of Disease, suggerisce che il consumo quotidiano di cannabis negli adolescenti può provocare depressione e ansia, e può avere un effetto irreversibile a lungo termine sul cervello.

Volevamo sapere cosa succede nel cervello degli adolescenti che fanno uso di cannabis, e se sono più soggetti ai suoi effetti neurologici rispetto agli adulti

ha spiegato il dottor Gobbi, che è anche docente alla McGill University. Il suo studio punta ad un’azione apparente della cannabis su due composti importanti presenti nel cervello, la serotonina e la noradrenalina, i quali sono coinvolti nella regolazione delle funzioni neurologiche, come il controllo dell’umore e dell’ansia.

Gli adolescenti che sono esposti alla cannabis hanno una trasmissione diminuita della serotonina, che porta a disturbi dell’umore, come pure un aumento della trasmissione di noradrenalina, che porta ad una maggiore suscettibilità a lungo termine per lo stress

ha dichiarato il dottor Gobbi. Precedenti studi epidemiologici hanno mostrato come il consumo di cannabis può influenzare il comportamento di alcuni adolescenti.

Il nostro studio è uno dei primi a concentrarsi sui meccanismi neurobiologici alla radice di questa influenza della cannabis sulla depressione e ansia negli adolescenti

ha confermato la dottoressa, ed è anche il primo studio a dimostrare che il consumo di cannabis provoca danni più gravi durante l’adolescenza rispetto all’uso nell’età adulta.

[Fonte: Sciencedaily]