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Ipertensione arteriosa polmonare: la Pfizer ritira il farmaco Thelin

 La Pfizer Inc ha deciso di ritirare dal mercato un farmaco utilizzato per la cura dell’ipertensione arteriosa polmonare. Si tratta del Thelinsitaxentan sodico, approvato e dunque immesso nel mercato farmaceutico in Europa, Canada e Australia. In più la società farmaceutica ha annunciato la contemporanea sospensione di tutti gli studi clinici al mondo relativi a questo farmaco. La motivazione riguarda la sicurezza dei pazienti: due persone sarebbero decedute in seguito a intossicazione al fegato dovuta probabilmente al Thelin. Si legge nel sito della Pfizer che la decisione è stata necessaria in seguito alle informazioni provenienti dagli studi clinici e dalle segnalazioni post-vendita.

La tossicità epatica è una complicanza nota della classe dei medicinali a cui il Thelin appartiene, ma ora sarebbe stato accertato un grave danno epatico specifico conseguenza dell’assunzione del prodotto farmaceutico.  Vista l’esistenza di terapie alternative per l’ipertensione arteriosa polmonare, si è preferito intervenire: il rischio è maggiore dei benefici. Ha spiegato Cara Cassino MD, vice Presidente, Sviluppo Clinico e Medical Affairs di Pfizer per l’ Unità di Malattia vascolare polmonare:
“La priorità di Pfizer è quella di garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti, e siamo in procinto di comunicare tutte queste informazioni ai professionisti del settore e alle autorità sanitarie il più rapidamente possibile. Raccomandiamo nel frattempo di non prescrivere il Thelin a nuovi pazienti e di cambiare la terapia a coloro che erano già in trattamento. Alle persone in cura si consiglia di contattare il proprio medico e di sospendere l’assunzione del farmaco solo dopo nuove indicazioni di quest’ultimo”.
Ricordiamo che l’ipertensione polmonare arteriosa è una malattia rara, ma progressiva che può portare alla morte della persona che ne è affetta provocando insufficienza cardiaca. Dunque una decisione seria, importante, che fa onore a questa storica casa farmaceutica, che ha comunque dichiarato di proseguire nel suo impegno di ricerca nei confronti di questa malattia vascolare polmonare. I più maligni penseranno che in questo modo si risparmiano tempo e denaro per le eventuali cause penali successive agli eventi drammatici. Non so, non appartengo a questa categoria. Solo mi domando: come mai un farmaco ancora in fase di sperimentazione clinica è stato accettato dall’Ema (Agenzia Europea del Farmaco, la corrispondente della FDA americana ndr) e dalle organizzazioni similari di Canada ed Australia?
[Fonte: Pfizer]