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Epatite b, quali cure?

Epatite B, quali cure sono possibili? Non esiste allo stato attuale una cura specifica per l’epatite B acuta, per cui l’unica assistenza possibile è quella di gestire l’equilibrio nutrizionale ed elettrolitico che tende ad alterarsi con gli attacchi di vomito e diarrea che la caratterizzano. Diverso è invece il discorso per l’Epatite B cronica, che può essere trattata con farmaci (compresi agenti antivirali assumibili per bocca). Tale terapia però nella maggioranza delle persone non guarisce dalla malattia, ma la tiene sotto controllo: ovvero non sopprime il virus completamente, ma solo la sua replicazione. Ciò rallenta la progressione dell’epatite in cirrosi ed abbatte notevolmente il rischio di evoluzione in tumore al fegato, allungando la sopravvivenza del paziente.

 

Quando iniziare la terapia e con quale farmaci però dipende dai singoli casi ed è il medico epatologo a stabilirlo: dipende infatti da diversi fattori come l’età, le generali condizioni di salute, la gravità dell’infezione, la tollerabilità ai farmaci, spesso molto pesanti per l’organismo. Di solito si interviene solo in caso di alto rischio di complicanze della malattia e mortalità è alto.

Tra i farmaci approvati in Italia per la cura dell’epatite B cronica troviamo:

Interferone
• Interferone alfa naturale (Alfaferone)
• Interferone alfa-2a (Roferon A)
• Interferone alfa-2b (Introna)
• Peginterferone alfa-2a (Pegasys)

Farmaci antivirali
• Adefovir dipivoxil (Hepsera)
• Entecavir (Baraclude)
• Lamivudina (Epivir, Lamivudina)
• Telbivudina (Sebivo)
• Tenofovir disoproxil fumarato (Viread)

 

 

L’OMS raccomanda l’uso dei farmaci per via orale (enofovir o entecavir) in quanto più potenti e semplici da assumere, favorendo una migliore aderenza terapeutica. Inoltre hanno pochi effetti collaterali e difficilmente portano l’organismo ad una resistenza farmacologica, in confronto agli altri medicinali per l’Epatite B.

Poichè l’andamento dell’infezione dell’epatite B cronica non è costante ma è altalenante, a prescindere dalla terapia che si segue, il paziente va tenuto sotto controllo costante.

 

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Fonte: OMS, Medicinet.com