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Cuore artificiale pediatrico e cellule staminali, nuova ricerca scientifica

 Un cuore artificiale pediatrico: è fondamentale studiare nuove tecnologie al riguardo ed è proprio di questo che voglio parlarvi oggi, grazie ad una nuova iniziativa scientifica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, “Progetto cuore nuovo”, che si avvarrà della collaborazione di altri due importanti strutture sanitarie della capitale, il Policlinico Umberto I in Roma e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, oltre che della solidarietà di tutti noi quale sostegno economico, attraverso l’ausilio di Conad e della Nazionale Italiana Cantanti. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Cominciamo intanto col dire che ogni anno solo in Italia nascono più di 4.000 bambini affetti da una cardiopatia congenita e che per molti di loro l’unica speranza è il trapianto di cuore: alcuni difetti genetici, come pure talune malattie portano il bambino a subire un’insufficienza cardio-respiratoria e/o uno scompenso cardiaco tale da renderne difficile la sopravvivenza. Si pensa erroneamente che lo scompenso cardiaco riguardi solo gli adulti, ma così purtroppo non è. Fino a qualche anno fa per questi cuccioli non c’erano speranze, poi la tecnica chirurgica ci ha offerto la possibilità dei trapianti cardiaci (ma non ci sono abbastanza organi per salvare tutti i bambini malati) ed infine la tecnologia ci ha regalato una speranza in più con il cuore artificiale.

Il Bambino Gesù è al riguardo un centro d’eccellenza internazionale: tra i successi l’impianto del primo cuore artificiale permanente in un paziente pediatrico portatore di distrofia di Duchenne, nel  2010 e l’impianto del più piccolo cuore artificiale (11 grammi di peso), solo un anno fa nell’aprile 2012, per la prima volta al mondo su un bimbo di 16 mesi. In età pediatrica il discorso sui cuori artificiali è più complesso rispetto agli adulti: si tratta di un organismo in crescita, i dispositivi necessitano di batterie ed altri accessori esterni che non favoriscono una normale attività quotidiana al bambino, costretto spesso a rimanere a letto.

Il nuovo progetto del Bambino Gesù, portato avanti da un ECMO-Team (Unità di Assistenza Meccanica Cardiorespiratoria) all’interno del Dipartimento Medico Chirurgico di Cardiologia Pediatrica, ha lo scopo di sperimentare un nuovo cuore artificiale pediatrico, ma anche lo sviluppo di una terapia rigenerativa dei tessuti del miocardio grazie a cellule staminali autologhe da abbinare all’impianto del dispositivo, quali terapie per scompenso cardiaco terminale in età evolutiva.

Il nuovo cuore artificiale pediatrico da impiantare nel ventricolo sinistro peserà 40 grammi e sarà alimentato attraverso un cavo da batterie esterne: servirà ai bambini per essere dimessi dalla terapia intensiva dell’ospedale e tornare a casa in attesa del trapianto definitivo o in alcuni casi selezionati potrà essere considerato come permanente. Lo studio clinico durerà tre anni e necessita di fondi per 550.000 euro. Conad si impegna a coprire tale cifra con l’ausilio dei suoi clienti, attraverso la raccolta di punti dei possessori della Carta Insieme, la Carta fedeltà del gruppo di supermercati, punti che la società si impegna a raddoppiare e trasformare in euro da devolvere all’iniziativa. A tali fondi si aggiungeranno quelli raccolti dalle Partite del Cuore della Nazionale italiana cantanti.

Fonte: OPBG.