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Sindrome di down: test prenatale sotto accusa

Da ieri è possibile anche in Europa, attraverso una semplice analisi del sangue, scoprire se il feto che si porta in grembo è affetto da trisomia 21, la Sindrome di Down.  Un test fai da te disponibile nelle farmacie di Germania, Austria, Svizzera e Liechtenstein utilizzabile senza alcun esame invasivo dalle donne considerabili a rischio. Una possibilità finita sotto accusa per via di una sua possibile deriva eugenetica.

Secondo le associazioni religiose e pro-life infatti questa possibilità, decisamente meno pericolosa di una amniocentesi, porterà alla crescita del numero di aborti. Il prodotto, chiamato “PrenaTest”, è distribuito dalla casa farmaceutica tedesca  LifeCodexx. Ed è stato pensato, come scritto sul foglio illustrativo, “alle donne a partire dalla dodicesima settimana di gravidanza laddove sia presente un alto rischio di trisomia 21 per il nascituro” . Un prodotto disponibile in Canada fin dal 2005.

Secondo le associazioni antiabortiste, ora sarà più facile per le famiglie la diagnosi di sindrome di Down e conseguentemente la chance di interrompere la gravidanza.  Il discorso è in realtà al contempo più semplice e contestualmente più complicato rispetto a come viene posto. La facilità di diagnosi data da questo prodotto infatti consente alle madri di poter sapere se il proprio bambino è affetto da questa patologia genetica. E questo è un fattore positivo se si calcolano i rischi di un’amniocentesi o di una villocentesi. Dall’altra parte, pur rispettando la volontà della singola madre il problema di tipo etico si pone: non sarà davvero più facile liberarsi di un feto “non perfetto” per quei genitori che non si sentono in grado di accudire un bambino speciale?

Il filo etico che divide la paura del futuro all’eugenetica è molto sottile. In Germania il delegato alla tutela dei disabili del Bundesregierung, Hubert Hueppe, ha chiesto che il test venga vietato nel Paese, perché viola i diritti umani. Un’azione che si associa all’esposto presentato da 30 associazioni di categoria di ben 16 paesi  presentato alla Corte Europea dei diritti umani. Statisticamente il 90% dei casi nei quali il feto risulta essere affetto da Sindrome di Down finisce con un aborto. In questo modo, con l’introduzione di questo test, secondo il politico tedesco nasceranno ancora meno bambini affetti da trisomia 21 e i diritti dei disabili verranno ancora una volta calpestati: il test renderà ancora più difficile la decisione dei genitori di proseguire con la gravidanza.

La situazione è ancor più spinosa di quanto possa sembrare. Le persona affette da Sindrome di Down sono degli esseri  umani speciali, in grado di riempire la vita di chi li conosce e in diversi casi di vivere una vita normale in piena autonomia, a seconda della gravità di manifestazione dei sintomi. Come trovare una soluzione al rispetto dei diritti di tutte le parti in causa? Il test non rappresenta una buona notizia?

PrenaTest

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