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Cuore: frutta e verdura riducono il rischio di infarto

 La frutta e la verdura fanno bene al cuore. In particolare 8 porzioni al giorno aiuterebbero a prevenire il rischio di cardiopatia ischemica, una delle cui forme è rappresentata dal pericoloso infarto. Lo afferma una ricerca dell’Università di Oxford, guidata dalla dottoressa Francesca Crowe e pubblicata sul “European Heart Journal”. In particolare gli studiosi sono partiti dai dati clinici dell’EPIC, ovvero lo Studio europeo prospettico su cancro e nutrizione che ha visto coinvolti 300.000 persone, uomini e donne, tra i 40 e gli 85 anni, residenti in 8 Paesi dell’Unione Europea. Analizzando tali dati, hanno rilevato come chi usufruisce di almeno 8 porzioni (circa 80 grammi) di frutta e verdura al dì, riduce del 25% il rischio di incappare in malattie del cuore, prima fra tutte la cardiopatia ischemica, rispetto a chi ne consuma solo tre.

Tale risultato è comprensibile se si pensa a quali sono le cause che conducono ad un infarto o ad un’angina pectoris (le due principali forme della cardiopatia ischemica): gli alti valori del colesterolo ad esempio, lipertensione arteriosa,  il diabete, fattori di rischio modificabili proprio attraverso una sana alimentazione. Eppoi lo stress, l’abitudine al fumo di sigaretta e la vita sedentaria. In genere, chi mangia molta frutta e verdura pratica  anche uno stile di vita salutare che evita questi fattori di rischio. Dunque al cibo, si legano altri importanti fattori di prevenzione.  Basterà allora smettere di fumare e mangiare banane, arance, kiwi, insalata, cavoli e broccoli per vivere meglio e a lungo, riducendo oltre che il rischio di malattie cardiache, anche quello per il tumore. Anche l’Oms riconosce ai freschi cibi della terra queste potenzialità: alcuni studi clinici propongono addirittura 14 porzioni!  Senza pensare alle vitamine e ai sali minerali che frutta e verdura contengono, importanti per prevenire anche l’invecchiamento, oltre che, dato il periodo, i sintomi dell’influenza.

Anche volendo escludere tutto ciò va ricordato che la cardiopatia ischemica rappresenta la causa più frequente di mortalità nei paesi industrializzati. Prevenire è meglio. Basta poco o no?

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