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Endocarditi: cure più efficaci da oggi

Un gruppo di ricercatori della facoltà di Odontoiatria dell’Università di Vialinò, Svezia, ha scoperto due nuove proteine che sono importanti per la sopravvi­venza dei batteri e la loro co­lonizzazione del corpo uma­no. Oltre ad incrementare la nostra conoscenza sull’abilità dei batteri di diffondersi, la scoperta può portare anche a trattamenti più efficaci per le endocarditi e le reazioni legate agli impianti.

In Svezia ogni anno 500 persone sviluppano l’endocardite, una infiammazione delle valvole cardiache che può essere mortale. Lo Streptococco gordonii, un batterio che si trova in bocca, è uno di quelli che causa tale patolo­gia. Riferisce Julia Davies, professoressa as­sociata che dirige il team di ricerca

“Fa parte della normale flora batterica orale, ma qual­che volta entra nella circo­lazione sanguigna, portando quindi ad endocarditi infettive. Il batterio è stato trovato an­che in infezioni legate a vari tipi di impianti”.

Per sopravvivere nel cavo orale, il batterio deve essere in grado di attaccarsi ad una superficie quale la membrana mucosa. Questo avviene con l’aiuto delle proteine. Nel­la metà degli anni novanta, una di queste proteine, proveniente dallo S. gordonii fu identificata da un gruppo di ricercatori  in Inghilterra. Davies e  colleghi ne hanno ora scoperte altre due, facendo quindi un passo avanti nel comprendere come questi batteri si attaccano ad una certa superficie, quella delle val­vole cardiache per esempio.

Le due proteine, SGO 0707 e SGO 1487, sono state trovate nella parete cellulare dello S. gordonii. Le proteine sono prodotte dal batterio e senza di loro non può fissarsi ad una superficie, condizione neces­saria per la sua sopravvivenza. Se i batteri entrano in circolo, possono legarsi alle valvole cardiache, dove pro­ducono un biofilm e vi si in­capsulano.

Una volta fatto ciò, è estremamente difficile sbarazzarsi di loro. Ma grazie ad una migliorata conoscen­za di come i batteri di fissano alle superfici, sarà più facile trovare strategie efficaci per trattare il biofilm fonte del­la malattia. Dice la Davies

“Se riusciamo a bloccare questo legame con l’aiuto di medicinali, le cure saranno più efficaci”

In precedenza, i ricercato­ri sapevano che i batteri che crescono nel biofilm alterano le loro proprietà quando si sistemano su una superficie. Per esempio diventano più resistenti agli antibiotici e ai composti antibatterici. Queste ricerche, adesso, indagano come tale resistenza si mani­festa.