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Cure palliative: dignità anche e soprattutto quando…..


C’è un aspetto della vita che tutti noi non vogliamo mai considerare: la vita finisce. Non passiamo mai troppo tempo a riflettere sulla morte, sugli ultimi giorni che passeremo su questo mondo. Da un certo punto di vista è anche giusto, perché pensare a qualcosa di così brutto come la morte? C’è un aspetto che troppe volte ricorre nella morte al giorno d’oggi, ovvero la perdita della dignità umana negli ultimi momenti della vita di un malato di cancro terminale.

E’ di questo che voglio parlare, perché oggi tutto questo non è più accettabile, soprattutto ora che la medicina ha molti strumenti per aiutare chi si trova in questa condizione, strumenti che si possono condensare in un concetto molto semplice da pronunciare: cure palliative. Purtroppo pochi sanno cosa sono le cure palliative, e ancora meno sono i medici in grado di farle, ma non per questo bisogna fare finta che non esistano.


Le cure palliative sono messe in atto da un gruppo di operatori che prendono in carico un paziente per il quale purtroppo non ci sono più speranze di guarigione, la malattia è giunta ad uno stadio tale che non c’è niente altro da fare se non aiutarlo a vivere i suoi ultimi giorni nella maniera migliore possibile, senza dolore, senza rimpianti, senza falsa compassione, senza pudori, senza commiserazione, ma con la dignità che ogni essere umano merita. I medici, gli infermieri, gli psicologi, i volontari, sono le figure professionali che fanno parte di un centro di cure palliative.

Sono organizzati per fornire 24 ore su 24 assistenza al malato e alla sua famiglia. Il medico si prende in carica della terapia, delle operazioni invasive sul paziente, di impostare una adeguata terapia del dolore. L’infermiere aiuta il malato con le medicazioni, le flebo, i cateteri. Lo psicologo assiste il malato e la famiglia a capire il male e il senso di impotenza e di frustrazione che la malattia comporta. I volontari aiutano in tutto quello che può servire; specialmente le persone sole, dove anche andare a fare la spesa, pagare una bolletta o accompagnare a fare una chemioterapia diventa per loro un gesto straordinario.

Tutto serve ad una sola cosa: restituire la dignità al malato di cancro, la dignità che la malattia vuole portargli via. Morire è un processo naturale, ma morire di cancro soffrendo, per giorni, a volte settimane, o anche mesi, pregando che la fine arrivi al più presto perché i dolori ci fanno più male di quanto umanamente possiamo sopportare è assolutamente senza dignità.

Le cure palliative ci aiutano a non avere dolore, a spegnerci serenamente, ad essere consapevoli che la luce si sta spegnendo sul palco della nostra vita, ma lo spettacolo è stato bello, soprattutto nel finale, dove inaspettato è arrivato un aiuto che ci ha permesso di uscire di scena senza patemi, senza dolore, con le nostre forze, rendendo il calo del sipario solo un atto di uno spettacolo che va oltre la nostra comprensione: la vita.