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Consigli utili per l’aerosol terapia

Tosse, catarro, raffreddore, sinusite, bronchiti: quando l’inverno si avvi­cina l’apparato respiratorio viene messo sotto duro attacco. Evitare i malanni tipici di questa stagione può essere davvero arduo, soprattutto per quelle persone che, magari per motivi di lavoro, passano poco tempo all’aria aperta e non appena mettono il naso fuori si beccano qualcosa. Fin qui niente di strano, visto che il nostro apparato respirato­rio è quello più esposto agli sbalzi di temperatura, ai micror­ganismi, all’inquinamento at­mosferico.

Ma come fare per ri­solvere questi disturbi? Una chance in più è offerta dalla possibilità di cercare sollie­vo nelle microscopiche goccioline di acqua generate dagli ap­parecchi aerosol. L‘aerosol non è altro che una sospensione aerea di particelle liquide con un diametro picco­lissimo, fino a meno di un mi­cron (un milionesimo di metro). Veicolate dall’aria, le microscopiche goccioline, possono rag­giungere le parti più profonde dell’albero respiratorio. E’ pro­prio la dimensione di queste particelle il punto di forza degli aerosol: se infatti quelle più grandi si fermano nelle vie aeree superiori, gola laringe, faringe , mano a mano che il loro diametro si riduce, di solito in funzione dell’appa­recchio che le genera, riescono a raggiungere le vie aeree inferiori, vale a dire bronchi e bronchioli.

 Facciamo qualche esempio: le classiche inalazioni caldo-umide, quelle per intenderci che le nostre nonne facevano con una bacinella di acqua calda e l’asciugamano sulla testa, sono utilissime per curare laringiti, faringiti, raffreddo­ri e sinusiti, ma le particelle che si sprigionano in questo modo non vanno oltre le vie re­spiratorie superiori. Per far arrivare l’acqua, e gli eventuali principi attivi disciolti, fino in profondità c’è bisogno che le particelle siano più fini. Perché, mano a mano che si scende lungo l’albero respirato­rio, il diametro dei singoli “rami” si restringe e le goccioline più grandi si fermano.

Le particelle più piccole, quindi, possono essere generate soltan­to da un apparecchio per l’aero­sol terapia. A volte poi, assieme alle gocce d’acqua, bisogna far arrivare nei polmoni farmaci veri e pro­pri. Le molecole più usate con questo tipo di somministrazione sono i broncodilatatori, che ri­lassano la muscolatura dei bronchi e sono utili nei casi di asma bronchiale, perché per­mettono di respirare più libera­mente. Antibiotici e antin­fiammatori possono essere indirizzati ai polmoni per curare bronchiti, polmoniti e ascessi polmonari, ma anche sinusiti, riniti croniche e otiti.

 I vantaggi offerti da questo tipo di somministrazione, rispetto per esempio ai farmaci da assu­mere sotto forma di compressa o sciroppo, non sono certo tra­scurabili. Anzitutto consente di utilizzare bassi dosaggi di principi attivi perché l’effetto a livel­lo locale si ottiene a concentra­zioni più basse. Di conseguenza gli effetti collaterali risultano sensibilmente minori, dato che il farmaco non entra nel circolo sanguigno, se non in misura trascurabile, e quindi non agisce su altri organi o tessuti diversi da quello polmonare.

Spesso, quando si torna a casa con l’apparecchio per aerosol, si apre la scatola e si scopre di non sapere esattamente come utilizzarlo. Normalissimo: la prima regola è leggere attenta­mente le istruzioni. Non perché sia in sé pericoloso, ma perché un uso sbagliato potrebbe ren­dere inefficace la terapia. Ogni apparecchio ha le sue pe­culiarità, per cui riportiamo sol­tanto alcune regole generali che possono aiutare a servirse­ne nel modo più opportuno. Anzitutto bisogna pulire bene le mani. Dopodiché si prepara l’e­ventuale farmaco dosandolo nei vetrini, secondo la quantità pre­scritta dal medico, si montano tubicino e boccaglio seguendo le istruzioni e si accende la mac­china.

L’aerosol va eseguito tutto, preferibilmente usando un asciugamano sul capo per non disperdere il prodotto e il calore dal boccaglio. Una volta finito è opportuno la­vare il viso per eliminare i resi­dui del prodotto dalla pelle, perché alcuni principi attivi po­trebbero risultare irritanti sulla cute. Per eliminare il farmaco dalla bocca basta un colluttorio o una tisana. Tubino, mascheri­na, boccaglio, ampolline, cioè tutte le parti mobili dell’appa­recchio, vanno lavate con acqua bollente e bicarbonato, even­tualmente con un disinfettante ad uso alimentare

Da http://www.consumercare.bayer.it/ebbsc/export/sites/cc_it_internet/it/Sapere_and_Salute/articoli/Ottobre_2009/07_Medicina_pratica.pdf