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Antidolorifici: marijuana spray

E’ una questione al contempo etica e morale: la marijuana è una droga (leggera per alcuni, sempre di droga si tratta per altri), ma è un ottimo antidolorifico per molti pazienti con malattie croniche. E così l’annosa questione tra chi le approva per uso medico e chi le disapprova per ogni utilizzo non sembrava avere fine. Almeno fino a quando la FDA americana e l’Agenzia del Farmaco europea non hanno aperto all’utilizzo della marijuana spray.

La società farmaceutica inglese GW Pharmaceuticals ha realizzato il Sativex, un farmaco spray che si prende per bocca proveniente da un estratto di marijuana che può risolvere il problema del dolore cronico senza il rischio di abuso. La FDA (Food and Drugs Administration) lo sta testando su alcuni pazienti malati di cancro, ed ha annunciato che, se i test verranno superati con successo, il medicinale potrà entrare in commercio entro il 2014. Secondo quanto pubblicato sul sito web dell’azienda, invece, il farmaco è già stato approvato nel Regno Unito, Spagna, Canada e Nuova Zelanda per il trattamento degli spasmi muscolari causati dalla sclerosi multipla.

I principi attivi del Sativex sono i cannabinoidi, derivati della pianta di cannabis. La novità sta nel fatto che si tratta di estrazione di composti, e non di composti sintetizzati come avviene fino ad oggi. I ricercatori però non escludono che il farmaco possa attirare i dipendenti dalla marijuana. L’uso “ricreativo” non è escluso, ma siccome il composto dev’essere ingerito, anziché fumato, l’effetto avrà bisogno di almeno un’ora per potersi manifestare, in modo da scoraggiare i tossicodipendenti che se ne forniscono per scopi non medici.

Infatti, secondo quanto spiega Margaret Haney, docente di neurobiologia clinica presso la Columbia University:

Il fumo è un modo davvero efficace per far arrivare una sostanza chimica nel cervello. Lo spray orale è una somministrazione molto più sicura.

Infine pare che non ci siano effetti collaterali, trattandosi di un prodotto naturale, compreso il rischio di “overdose” che con il vecchio metodo del fumo di marijuana poteva capitare.

[Fonte: Livescience]

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