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Tumori, i malati tra assistenza e difficoltà lavorative

 Il cancro è la vera piaga dell’umanità. E gli italiani non vengono risparmiati. Lo sottolinea il Censis nella sua indagine “Ad alta voce”che alla vigilia della Giornata Nazionale della ricerca contro il cancro mette davvero il punto su una realtà difficile da affrontare e complessa da sostenere per almeno 2,2 milioni di persone. Sia dal punto assistenziale che lavorativo. Sapevate che in seguito al cancro almeno l’80% dei malati ha dovuto cambiare lavoro perchè insufficiente al mantenimento o per licenziamento?

L’indagine, effettuata direttamente sul territorio grazie al coinvolgimento di circa mille pazienti e almeno 700 persone tra volontari e lavoratori nei servizi di assistenza, ha tracciato un impronta davvero impressionante delle condizioni assistenziali e di cura rispetto a questa malattia che dimostrano ancora una volta come la ricerca in questo particolare campo della medicina non possa essere abbandonata, al fine di trovare nel minor tempo possibile percorsi terapeutici validi.

I pazienti intervistati hanno dimostrato soddisfazione rispetto alle cure ricevute dal Servizio sanitario nazionale, ma hanno lamentato una risposta fortemente inadeguata da parte dei servizi sociali. Come sempre l’assistenza, a prescindere dalle Regioni, non è apparsa pienamente soddisfacente rispetto alle necessità del malato.

Le varie campagne di prevenzione messe in atto dal Ministero della Salute e dalle Associazioni di settore, gli screening gratuiti, la possibilità di accedere ad una informazione capillare hanno portato man mano nel tempo ad un accesso più veloce e facile alle terapie con la conseguente diminuzione, relativamente a diverse patologie cancerose, della mortalità. E questo nonostante ogni anno il numero di persone colpite da tumore sia in costante aumento.

Le cure offerte dalla sanità hanno scontentato solo il 4% dei pazienti. La più grande paura dei malati ricade sull’assistenza sociale che lo stato offre o può offrire loro in base alla malattia. Il timore reale è quello che il periodo di crisi attraversato dal paese possa portare ad un taglio delle politiche di assistenza, già gravate dal peso dei tagli in questo momento, ed ad un invecchiamento dei protocolli di cura, rendendo di fatto gli stessi obsoleti.

L’assistenza sociale è il fulcro delle preoccupazioni generali perché già da ora non solo manca un percorso di reinserimento nella società, ma soprattutto perché manca spesso un aiuto di tipo psicologico, necessario per rientrare in un ritmo di vita normale. Mancano norme adeguate a “difendere” i malati dal licenziamento: negli ultimi 5 anni, sono state circa 85mila le persone licenziate dopo essersi ammalate, con un aggravio dei problemi dal punto di vista economico e sociale.

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