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Dolori mestruali, meno forti con il viagra?

Meno dolori mestruali con il viagra, la pillolina blu che promette e dona il paradiso in alcuni casi di problema d’erezione? E’ questo che si evince dallo studio condotto dal Penn State College of Medicine in collaborazione con il Nova Gradiska General Hospital in Croazia.

Che la si chiami viagra, o pillolina blu o con il suo nome scientifico di sildenafil citrato questa sostanza potrebbe rivoluzionare l’approccio ai dolori mestruali. I ricercatori statunitensi hanno deciso di scoprire se questo medicinale potesse essere usato sulle donne per migliorare il loro approccio a tale problema. Ed a quanto pare i risultati non hanno deluso. Quel che è certo è che se tale sostanza potesse davvero essere utilizzata in tal senso, sotto il controllo medico ed in dosi consigliate vi sarebbe la possibilità per molte donne di vedere migliorare sensibilmente la propria condizione.

Nello specifico gli scienziati hanno rilevato che il viagra possiede un ruolo “positivo” nella riduzione dei crampi mestruali forti o moderati. Se riflettiamo sulla tipologia di azione di questo farmaco non dovrebbe stupirci in qualche modo la sua azione sull’organismo femminile. E’ un medicinale concepito per favorire l’erezione, ma non dobbiamo dimenticare che agisce come vasodilatatore. Ma attenzione, il metodo di somministrazione del viagra in questo caso è diverso.

La pastiglia non è stata infatti ingerita dal campione di riferimento dello studio per via orale ma assorbita per via vaginale. Un modo decisamente “alternativo” di curare la dismenorrea primaria. Per lo studio sono state utilizzate 29 donne di età compresa fra i 18 e i 35 anni che soffrivano di moderata o grave dismenorrea. Di loro venticinque sono tuttavia “state randomizzate per poter ricevere il placebo o il sildenafil”. Seguendo l’evolversi del dolore per 4 ore dopo l’esecuzione del trattamento è stato possibile verificare come il farmaco abbia agito in modo positivo senza apportare effetti collaterali. Certo, il meccanismo di azione non è ancora noto, ma presumibilmente maggiori studi potranno essere in grado di svelare con il tempo il mistero.

Photo Credit | Pfizer