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Radiologia interventistica, la nuova frontiera

Radiologia interventistica, ovvero: la tecnologia al servizio della ricerca. Si è tenuto in questi giorni (16 e 17 gennaio) a Genova il primo Convegno Internazionale sulla radiologia interventistica Endoprotesi toraciche: esperienze acquisite e prospettive future. L’appuntamento è stato presieduto dal Professor Carlo Ferro, primario della U.O.C. Radiodiagnostica Interventistica, Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino.

Le sue parole sono indicative:

La gente immagina i chirurghi delle serie televisive: camice verde, mascherina verde, sala operatoria, luci e bisturi.. e non sa, che non è più solo così. Da quasi dieci anni infatti a San Martino, la nostra unità di radiologia interventistica è in grado di curare o risolvere problemi gravi e gravissimi quali ad esempio aneurismi dell’aorta o fratture della colonna vertebrale con l’inserimento nel corpo di minuscoli sondini, guidati attraverso le tecniche di “Imaging digitale”: TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), RMN (Risonanza Magnetica Nucleare), Fluoroscopia. Questi interventi riescono a ridurre al minimo l’impatto sul paziente e permettono spesso di salvargli davvero la vita

Ma che cos’è la Radiologia Interventistica (RI)? Gli esperti dicono che è la medicina del ventunesimo secolo, ed è la branca della scienza medica che si evolve più velocemente.

La radiologia interventistica raccoglie le procedure invasive o mini-invasive diagnostiche o terapeutiche che vengono realizzate con la guida e il controllo delle metodiche radiologiche (fluoroscopia, tomografia computerizzata ed ecografia).

Con essa si sostituisce, laddove possibile, le procedure chirurgiche aperte: questo permette un minore impatto sul paziente – niente incisioni e meno rischio e dolore. Gli interventi effettuati icorrendo alla radiologia interventistica vengono effettuati in genere con una breve degenza in ospedale, di due o tre giorni al massimo. Non è necessario ricorrere all’anestesia generale, ma nel 90% dei casi si utilizza l’anestesia locale. Gli esperti e i pazienti assicurano poi che il dolore della convalescenza è molto inferiore a quello dato da interventi chirurgici.

A Genova – vero punto di riferimento del settore – operano da quattro anni due sale operatorie “ibride” in funzione 24 su 24. Si tratta di una sala operatoria che, in più, ha un apparecchio angiografico fisso con generatore di alta potenza. Il radiologo interventista ha, in questo modo, il massimo della visibilità durante gli interventi.