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Coronavirus peggiore della Sars?

Nei giornali esteri si inizia a leggere di un virus misterioso che potrebbe essere più pericoloso di quanto la Sars fu qualche anno fa. Si tratta del coronavirus, dagli effetti estremamente deleteri sull’organismo umano e le sue cellule. Ma dobbiamo averne paura al momento?

La prima cosa da fare è non creare allarmismo inutile. Ricordiamo tutti come è andata qualche anno fa con la polmonite atipica, la Sars. Questa patologia, volendola affrontare a livello tecnico, colpisce ovviamente i polmoni ed è caratterizzata dall’11% di mortalità e da una estrema facilità di contagio. Era questa caratteristica a preoccupare moltissimo l’Organizzazione mondiale della Sanità ed i medici di tutto il mondo. Sono ormai passati dieci anni quest’anno, dall’inizio dell’Epidemia e dalla morte del medico dell’OMS Carlo Urbani, il primo ad identificarlo. Il virus della Sars in quel caso partì dalla Cina ed infetto in tutto il mondo 8439 persone, uccidendone 812 e toccando molti paesi, nonostante una concentrazione dei casi in Cina, Taiwan e Hong Kong, tra i quali figura anche l’Italia.

Il  nuovo coronavirus preoccupa per la sua maggiore pericolosità e per l’effetto dirompente che ha sulle persone. Al momento, questo virus proveniente dai pipistrelli ha ucciso già 11 individui in medioriente e secondo uno studio condotto dall’Università di Hong Kong è da tenere sotto controllo per la sua capacità di infettare diverse specie e colpire più organi contemporaneamente, causando una veloce morte delle cellule, in particolari quelle del fegato, dei reni, dell’intestino e delle vie respiratorie basse. Nonostante la forte mortalità (si parla di percentuale pari al 56%, N.d.R.), al momento non vi è allarme perché colpendo la suddetta tipologia di via respiratoria, la diffusione della patologia è molto difficile e molto bassa.

Il problema consta più che altro nella possibilità di una sua mutazione: fattore questo che l’OMS, che riporta siano attualmente 17 le persone contagiate, vuole evitare che accada. Sarà necessario seguire l’evoluzione del virus con attenzione.

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