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Fuoco Sant’Antonio, prevenzione con vaccino per varicella

Il Fuoco di Sant’Antonio è una malattia particolarmente dolorosa causata dal virus dell’Herpes Zoster che, riacutizzandosi, provoca una eruzione cutanea piuttosto importante molto difficile anche da curare. A soffrirne sono principalmente gli Over 50 e non è un caso: il Fuoco di Sant’Antonio infatti si presenta molto spesso in concomitanza di un abbassamento delle difese immunitarie legato all’invecchiamento. Oggi, specialmente per gli Over 50, i medici consigliano il vaccino. Ma vediamo nello specifico di che cosa si tratta e a che cosa serve.

Intanto occorre fare una precisazione: il Fuoco di Sant’Antonio è causato da un virus che molto spesso staziona per anni nel nostro organismo, in modo latente, e torna fuori quando le difese immunitarie si abbassano. Basta ammalarsi di varicella da piccoli per essere potenzialmente soggetti al rischio di contrarre il Fuoco di Sant’Antonio che trova terreno spianato laddove si verifica un declino fisiologico delle difese immunitarie (immunosenescenza) come conseguenza dell’avanzare dell’età. Basta pensare che il Fuoco di Sant’Antonio colpisce ogni anno oltre 1,7 milioni di persone in Europa, circa 157.000 solo in Italia, e tra queste 2 su 3 sono Over 50. E’ proprio quest’ultima categoria che dovrebbe ricorrere al vaccino, per scongiurare eventuali complicanze legate alla malattia (Nevralgia Post Erpetica, che provoca dolore generale che condiziona pesantemente la vita di chi ne soffre e Herpes Zoster Oftalmico che può portare seri danni agli occhi). Non esistendo, ad oggi, cure che possono prevenire l’insorgenza del Fuoco di Sant’Antonio e delle sue complicanze, la vaccinazione risulta essere l’unico strumento valido da utilizzare per difendersi da questa malattia. Lo spiega Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Roma e Presidente di Italia Longeva:

Vaccinare significa prevenire la presenza di condizioni croniche potenzialmente invalidanti e comunque ad alto impatto sulla qualità di vita della persona Over 50. […] La prevenzione vaccinale va assolutamente in questa direzione, […] per questo motivo, è importante richiamare l’attenzione sulla vaccinazione non solo in riferimento all’età pediatrica, ma anche all’età adulta-anziana, rispetto alla quale purtroppo la vaccinazione non è considerata un intervento sanitario di routine e risulta fortemente sottoutilizzata

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