Home » Neurologia » Morbo di Parkinson, diagnosi con nuovi criteri

Morbo di Parkinson, diagnosi con nuovi criteri

Cambiano i criteri per la diagnosi del Morbo di Parkinson, malattia che colpisce il cervello e che porta a tremori e problemi ai piedi, oltre che difficoltà di movimento e coordinamento.

La International Parkinson Disease and Movement Disorder Society, la società scientifica che chiama a raccolta i migliori esperti di tutto il mondo su questa malattia, ha stabilito quelli che, da qui in avanti, saranno i nuovi aspetti da prendere in considerazione per una pronta e corretta diagnosi di Parkinson.

Intanto gli esperti hanno rimarcato l’importanza di dare la giusta attenzione all’aspetto genetico con cui è possibile una diagnosi anche in assenza di sinucleina (una proteina che dal lontano 1997 è sempre stata associata al Morbo di Parkinson e sulla quale sono ancora molti gli studi in corso). Meno attenzione, secondo gli esperti della società scientifica sopra menzionata, andrebbe invece data ai sintomi tipici della malattia: tremore e instabilità posturale insomma non vanno più visti come sintomi tipici ma vanno analizzati all’interno di un quadro più generale che potrebbe associare tremore e difficoltà a mantenere la posizione anche ad altri tipi di disturbo e non per forza al Morbo di Parkinson.

Lo stesso discorso andrà fatto rispetto al rallentamento dei movimenti. Da qui in avanti l’entità di questo disturbo andrà analizzata più approfonditamente: quali particolari movimenti perdono rapidità e come si è ridotta l’ampiezza del movimento compromesso? Saranno queste alcune delle domande da porsi nell’analizzare uno dei sintomi più tipici di chi soffre di Morbo di Parkinson. Se alcuni sintomi vengono in qualche modo ridimensionati, gli esperti invece cercano di dare maggiore visibilità al decadimento cognitivo. Fino ad oggi, quando questo disturbo si presentava nelle fasi iniziali, escludeva in automatico la diagnosi di Parkinson e portava i medici ad orientarsi verso altro tipo di diagnosi (per esempio demenza senile). Da oggi non sarà più così: anche il decadimento cognitivo viene fatto rientrare fra i possibili segnali precoci di Parkinson, anche prima di quelli più lampanti (tremore, rallentamento dei movimenti).

Tra i nuovi criteri di ricerca per la diagnosi di questa malattia, anche la consapevolezza che possa presentarsi in stadi e in modalità differenti e che, prima di classificarla, occorre dunque analizzare bene tutte le variabili. Non esiste un unico Morbo di Parkinson ma tanti sotto tipi. Occorrerà dunque capire quale tipo di disturbo ha colpito il paziente. Infine, l’ultima novità presentata dagli esperti è relativa ai metodi statistici di probabilità di essere affetti da questo morbo. Incrociando variabili ben precise (età, stile di vita e così via) si potrà dunque avere anche un quadro di salute più chiaro del paziente.

Ti potrebbe interessare anche:

“ANCHE IO HO IL PARKINSON”, LA CAMPAGNA È SOCIAL

PARKINSON, SAFINAMIDE DISPONIBILE ANCHE IN ITALIA

Foto | Thinkstock