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Malati di mente pericolosi, la violenza nelle strutture

Quello dei malati di mente è un mondo cupo e violento. Non solo per loro e per l’incapacità dei pazienti di gestire la loro vita ma anche per gli operatori sanitari che rimangono puntualmente vittima della violenza di queste persone.

 

Individui che quasi sempre non sanno cosa stanno facendo. Malati mentali pericolosi la cui chiusura dei manicomi ha in qualche modo reso ancora più un problema per se stessi e la società. Sono almeno 8 i medici e gli infermieri uccisi dai malati di mente durante gli ultimi 20 anni e pensare che 3,5 milioni di pazienti rinchiusi nelle varie strutture psichiatriche italiane rischiano di veder tagliare i fondi per la loro assistenza è una idea che ci fa rabbrividire. La violenza dei malati nei confronti degli operatori sanitari potrebbe essere regolata facilmente con le giuste risorse. Si stima che siano almeno 1000 i casi di violenza su medici ed infermieri nel solo 2013. E non tutti sono stati denunciati. La Società Italiana di Psichiatria ha lanciato l’allarme sottolineando come a disturbi mentali gravi possa corrispondere spesso una maggiore violenza e come sia necessario, anche per evitare che i lavoratori vengano colpiti dalla sindrome di burn out, agire immediatamente per creare un “sistema” di protezione che tuteli sia i pazienti che coloro che offrono loro assistenza.

Questo non significa certamente, come sottolinea il presidente della Sip Emilio Sacchetti, che questo debba tradursi in maggiori politiche costrittive o una sedazione maggiore che possa rivelarsi deleteria per chi è malato, ma è necessario più che mai tutelare sia il medico che il paziente affinché non diventino vittime indifese solo per il ruolo che ricoprono.

Basterebbe adeguare locali ed arredi delle strutture psichiatriche per rendere meno pericolosi i malati di mente che vi si trovano, invece di continuare a sottrarre soldi ad un settore che ne avrebbe bisogno semplicemente per non mettere in pericolo chi ci vive e ci lavora.

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