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Educazione alimentare a scuola

Alimentazione e prevenzione, due parole che vanno di pari passo soprattutto se ricondotte all’infanzia. E’ sin da bambini infatti che si apprende un determinato modo di mangiare, e si sviluppa il gusto. Ma è anche in questa fase che le errate abitudini alimentari fanno i loro danni maggiori: un bambino in sovrappeso o addirittura obeso sarà un adulto con pessimo rapporto con il cibo, in continua lotta con i chili di troppo che non si riescono ad eliminare e con una serie di patologie (vedi diabete, ipertensione, disturbi cardiovascolari ecc.) da contrastare. E’ per questo che l’educazione alimentare gioca un ruolo determinante e da gennaio 2012 diventerà una materia in più da studiare nelle scuole medie.

Il tutto nasce grazie ad un protocollo d’intesa, firmato lo scorso aprile, tra Federalimentare, la Federazione dell’industria alimentare, e il Miur, il ministero dell’Istruzione: coinvolte più di 77.000 classi ed oltre un milione e seicentomila studenti (e famiglie). Non ci sarà un libro o un insegnante in più: l’educazione alimentare nelle scuole medie entrerà come determinante materia multidisciplinare (e/o interdisciplinare). Cosa significa? Che nel corso di una lezione di scienze, si parlerà in modo approfondito delle caratteristiche nutrizionali dei cibi, che durante le ore d’italiano si faranno letture legate al mangiare sano, in geografia si approfondiranno le tradizioni culinarie regionali ecc. Essenzialmente l’obiettivo sarà quello di restituire ai ragazzi la conoscenza degli alimenti sani, la loro origine, lavorazione, anche con gite didattiche specifiche. Un ruolo determinante sarà però dato anche all’educazione motoria. Questo perché come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte, è solo il giusto apporto di movimento che completa un sano stile di vita.

Un messaggio va ovviamente anche ai genitori: l’educazione alimentare di base la insegnamo noi ai nostri figli e dunque questa sarebbe l’occasione per ripassare i concetti più importanti! Fra tutti uno, ricordato anche in occasione del recente Obesity Day: l‘attività sportiva di un’ora, due volte a settimana non è assolutamente in grado di sostituire l’attività motoria quotidiana. La vita degli adulti, ma soprattutto quella dei bambini, è molto cambiata negli ultimi decenni. Ormai il nostro organismo consuma il minimo indispensabile delle energie: siamo, anche nei bambini, a livello di metabolismo basale, mentre sono aumentate le quantità dei cibi e si è soprattutto alterata la qualità degli stessi.

Tutto questo lavoro parte da ben complesse valutazioni sullo stato di salute ponderale dei bambini italiani, avviate già nel 2007 dal Ministero della Salute con il progetto “OKKio alla Salute“. I dati emersi sono sconfortanti: il 23% dei bambini è in sovrappeso ed oltre l’11% obeso. Queste cifre (2010) rappresentano una media nazionale, perché purtroppo vi sono aree come la Campania che addirittura ha una percentuale del sovrappeso che sfiora il 50%.  Perché le scuole medie? E’ in questo momento che anche le “alimentazioni più sane” scompaiono, a causa di atteggiamenti socio-culturali tipici dell’adolescenza, ma è soprattutto in questa fascia d’età che si sviluppano disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia o la bulimia, ma anche tutte le difficoltà emotive e psicologiche legate ad un patologico rapporto col cibo. Insomma una bella iniziativa, che ci auguriamo abbia dei frutti concreti.

Qui le linee guida del Miur riguardo all’iniziativa.