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La flora batterica influisce su diabete e obesità. Ecco come regolarla

I fattori che favoriscono il diabete e l’obesità sono talmente tanti che non basterebbe un’enciclopedia per racchiuderli tutti. Anche perché ogni giorno ne spuntano di nuovi. La causa di oggi è la flora batterica. La scoperta è avvenuta di recente in Finlandia, ed è stata presentata al congresso Panorama Diabete della Società di Diabetologia Italiana che si è tenuto a Riccione nei giorni scorsi.

La scoperta è stata effettuata piuttosto casualmente. Il ricercatore scandinavo Marko Kalliomaki, dell’Università di Turku, in Finlandia, stava studiando la flora batterica intestinale nei bambini di un anno di età. Valutando 49 di questi bambini, si è accorto che alcuni di essi avevano una preponderanza dei cosiddetti “batteri buoni“, e cioè probiotici come i bifidobatteri, quelli contenuti nello yogurt, ed altri avevano un numero maggiore di “batteri cattivi” come lo staffilococco. Dopo aver compiuto il settimo anno questi bambini sono stati rivalutati, ed il ricercatore ha scoperto che coloro che avevano più batteri cattivi pesavano in media 4 kg in più rispetto a quelli con più batteri buoni.

I diabetologi già sapevano che i probiotici, conosciuti anche come fermenti lattici, erano una buona arma contro il diabete, ma ora si sono accorti che sono ottimi anche per combattere l’obesità. Questi sono in grado anche di proteggere il colon da tumori e malattie infiammatorie croniche, e per averne in quantità sufficiente, per quanto riguarda il bifidobatteri, basterebbe mangiare anche soltanto uno yogurt al giorno.

L’incremento dei casi di obesità dunque si può leggere anche in quest’ottica: la dieta dell’italiano medio sta cambiando. Stiamo mangiando sempre più carne, la quale è portatrice di batteri cattivi come lo staffilococco, e sempre meno fibre. Queste, chiamate in gergo “prebiotici” sono contenute nelle verdure e nella frutta.

Le fibre favoriscono la crescita dei batteri buoni al posto dei cattivi, che invece proliferano se si mangia molta carne o altri prodotti di origine animale. Purtroppo anche in Italia abbiamo un po’ perso le sane abitudini della dieta mediterranea e consumiamo meno fibre rispetto al passato: ora siamo più o meno allineati ai consumi europei, che variano fra i 3 e gli 11 grammi di fibre al giorno. Poche: è bene aumentare l’introito di frutta, verdura, cereali, pasta e pane integrali, oltre che di prodotti come lo yogurt che contengono fermenti lattici. Serve a prevenire l’obesità e quindi il diabete, ma anche tumori, malattie cardiovascolari e molte malattie croniche intestinali

spiega la relatrice del convegno, Rosalba Giacco, ricercatrice all’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del CNR di Avellino. Ancora una volta non è la quantità dell’alimentazione che conta, ma la qualità. Un aspetto da tenere a mente se si vuol perdere qualche chilo, e se si vuole anche preservare il proprio intestino da malattie future.

[Fonte: Corriere della Sera]