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Intestino più sensibile con la carenza di zinco

Una dieta povera di zinco, un micronutriente essenziale, che contribuisce al mantenimento di un sistema immunitario sano, può rendere l’intestino più soggetto alle infiammazioni. Questo, l’esito dello studio pubblicato sul “Journal of Nutritional Biochemistry” dall’INRAN, l’ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione.

La ricerca è stata svolta su un modello di cellule intestinali isolate (che riproduce in laboratorio le caratteristiche fisiologiche dell’intestino umano), ed è emerso come tali cellule, prima sottoposte a carenza di zinco e poi a stress infiammatorio, vadano incontro alla morte programmata, con possibili gravi ripercussioni sulla salute, che andranno confermate da specifici studi in vivo.

Come ha spiegato Chiara Murgia, la ricercatrice INRAN che ha coordinato lo studio:

Un’alimentazione bilanciata è di solito in grado di assicurare lo zinco necessario. Tuttavia, la quantità sufficiente di questo come di altri micronutrienti non è la stessa per tutti. Alcuni individui o gruppi di popolazione, quali donne in gravidanza, anziani e bambini, sono più a rischio di altri, ma anche stili di vita o caratteristiche genetiche individuali possono determinare stati di carenza. Ecco perché la supplementazione indiscriminata non è la soluzione e anzi l’eccesso di zinco può essere altrettanto dannoso per la salute.

Lo zinco è contenuto in quantità abbondanti in alcuni alimenti, quali le ostriche, i semi di grano tostato, il semi di sesamo, la carne di manzo, i semi di zucca, il cioccolato fondente e il cacao in polvere, l’agnello e gli arachidi. Il suo ruolo è fondamentale poiché non solo mantiene in salute il sistema immunitario, ma interviene nel processo di formazione delle proteine, aiuta le cellule a comunicare le une con le altre fungendo da neurotrasmettitore, è in grado attivare determinati enzimi e interviene nella duplicazione del Dna. La quantità ottimale di zinco da assumere giornalmente è di circa 15 mg.

Come ha concluso la ricercatrice:

Questo studio suggerisce che, qualora si presentino disturbi gastrointestinali cronici, i livelli di zinco dovrebbero essere determinati, offre una prima spiegazione all’osservazione clinica che i pazienti affetti dal morbo di Chron beneficiano di supplementi di zinco e fornisce nuovi possibili spunti terapeutici per trattare i sintomi di questa patologia.

 

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