Home » MEDICINA DELL'ALIMENTAZIONE » Alimentazione e prevenzione » Traumi infantili: combattiamoli con i “comfort food”

Traumi infantili: combattiamoli con i “comfort food”

Da anni diciamo che i cibi grassi e troppo zuccherati fanno male, specialmente alla linea, e possono portare a diverse malattie e condizioni preoccupanti, come l’obesità. Però ora veniamo a sapere che, almeno dal punto di vista psicologico, possono far bene. A dimostrarlo è l’Università del Nuovo Galles del Sud, la quale ha classificato dolci e frittura tra i “comford food“, quei cibi cioè che provocano conforto.

In particolare le sostanze considerate cattive nell’alimentazione quotidiana, donano un senso di piacere e benessere talmente forte da far superare anche i traumi, specialmente quelli infantili. Così si spiega come mai ad esempio i cibi del fast food, tipico cibo “spazzatura” renda così felici i bambini, ma anche molti grandi che, nonostante sappiano che non fanno benissimo, continuano a mangiare lì.

I ricercatori, guidati dalla docente in farmacologia Margaret Morris, hanno testato la loro teoria sui topi. Morris ha suddiviso le cavie in due gruppi. Il primo è stato isolato, sin dalla nascita, per 3 ore al giorno, tenendolo lontano dalla madre. Essendo difficile rendere traumatizzato un topo, o farlo andare in depressione, l’unico modo per provocargli dispiacere era tenerlo lontano dalla sua guida sin dalla tenera età. Il secondo gruppo invece doveva crescere sano e spensierato, e dunque questa crudeltà non gli è stata applicata.

Il gruppo dei topolini “abbandonati” ha mostrato segni di insofferenza, con elevati livelli di ormoni dell’ansia e dello stress, con una conseguente riduzione dei recettori di steroidi nella parte del cervello che condiziona il comportamento. In breve, stavano andando in depressione. L’aspetto incredibile è che i ricercatori hanno notato un incremento di questi recettori, fino alla normalità, quando nutrivano i topi con cibi fritti o dolci. Di contro, se provavano a fare la stessa cosa con i topi che non avevano subìto questo trattamento, le differenze psicologiche non erano altrettanto marcate.

La conclusione a cui il team arriva è che se alcuni eventi negativi durante l’infanzia possono rovinare la vita futura, portando a comportamenti antisociali in età adulta, i cosiddetti “comfort food” possono appianare questa negatività

può invertire gli effetti dei traumi subiti in tenerà età, ridisegnando la mappa cerebrale in una maniera simile agli antidepressivi, che promuovono le crescita dei nervi nel cervello

ha concluso Morris.

[Fonte: Ansa]