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Per contrastare la cellulite ananas e centella asiatica

La cellulite insorge generalmente dopo la pubertà, con un picco di frequenza in gravidanza e menopausa. In molti casi, però, un grosso ruolo lo giocano gli stili di vita sbagliati, correggendo i quali si può migliorare la situazione: dieta sbilanciata, sedentarietà, stress, abitudine a indossare vestiti troppo stretti o tacchi troppo alti che bloccano la circolazione. Una pianta utilissima per contrastare gli inestetismi della cellulite è l’ananas .

 Originario dell’America centrale, è oggi coltivato in tutti i paesi a clima tropicale e subtropicale. I principi attivi sono contenuti nel fiotto fresco e nel gambo, da cui si ottiene l’estratto secco nebulizzato e titolato. Contiene sostanze antinfiammatorie e antiedematose, grazie e quali è usato per la cura di molte malattie della pelle, oltre che per migliorare l’aspetto della cute a buccia d’arancia. È utile, anche, per favorire la cicatrizzazione delle ferite e per risolvere gli edemi sottocutanei che insorgono dopo i traumi articolari o muscolari, come contusioni, strappi, stiramenti. La terapia consigliata va dai 400 a 800 mg di estratto secco, da assumere mezz’ora prima dei pasti principali, fino al miglioramento dei sintomi. L’intervento dura due o tre mesi. Non presenta effetti collaterali, né controindicazioni significative.

Anche la Centella asiatica può essere usata a questo scopo. Infatti, nonostante le foglie della pianta, originaria dei paesi tropicali (India, Madagascar), siano usate prevalentemente per la prevenzione e il trattamento dell’insufficienza venosa e delle sue complicanze, si è dimostrati utile anche nella cura della cellullite con applicazioni locali o per via generale. L’estratto secco della pianta, che contiene  acido asiatico e acido madecassìco, migliora la circolazione venosa capillare a livello sottocutaneo che è spesso causa di cellulite.

 Occore segnalare che sono state registrate alcune reazioni allergiche cutanee all’estratto di centella. Si verificano in circa l’uno per cento dei soggetti trattati con somministrazioni per bocca o applicazioni locali, ma si tratta di reazioni piuttosto moderate. È bene evitare di assumerla in gravidanza o se si sta allattando.