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Abuso di alcol, la storia di Daniel Radcliffe

 Vita dissoluta, abuso di alcol. Due termini spesso legati e che nessuno avrebbe forse mai collegato al maghetto Harry Potter, al secolo Daniel Radcliffe.  Ma è lui stesso a parlare del suo disturbo e di ciò che sta facendo per combattere questa dipendenza sviluppata negli anni nonostante la sua giovane età. Mettendo  il punto su un problema diffuso nella popolazione più di quanto si creda.

In alcuni casi, il piacere derivante dall’assunzione di un alcolico, in alcune persone diventa una azione compulsiva che si riduce ad una vera e propria dipendenza con conseguenze gravi per l’organismo. Disfunzioni sessuali, cirrosi epatica e tutta una serie di problematiche di tipologia sociale. E’ stato stimato che spesso e volentieri l’alcol sia in grado di causare più danni del fumo di sigaretta, perché spesso coinvolgente nelle sue conseguenze, anche terze persone.

Daniel Radcliffe può essere considerato senza paura di essere smentiti uno dei più talentuosi attori della sua generazione, e nessuno, fino a che non ne ha fatto cenno lui stesso avrebbe mai pensato che tuttora sia impegnato a combattere contro questa dipendenza. La causa, a suo parere, è riscontrabile nelle pressioni psicologiche che l’essere un giovane attore  alle prese con un progetto così vasto come quello delle pellicole della Rowling ha dovuto subire. Rimane il fatto che per anni lui stesso si è definito “incatenato” alla bottiglia.

E che per tale motivo preferisce vivere una vita piena ma quasi del tutto priva di feste ed uscite.

Ecco perché adesso non tocco più un goccio di alcol. Mi piacerebbe essere la persona che va a una festa e beve due bicchierini, ma per me non funziona. Preferisco restare a casa a leggere.

Come spiega lo stesso Radcliffe, per lui l’alcol è divenuto un vero problema con l’arrivo della maggiore età e girava il sesto episodio della saga cinematografica che lo ha portato alla fama.

Ero diventato troppo dipendente dall’alcol. Mi serviva per divertirmi.

Con la fine dell’impegno sul set, l’attore ha messo la parola fine alla sua dipendenza. E sebbene si tratti di un percorso molto difficile, Daniel ogni giorno si impegna al massimo, anche per far si che nessun altro “bambino prodigio” debba passare ciò che ha passato lui.

Sono in una crociata personale per dimostrare che una star bambino non è necessariamente finita. Che c’è un futuro per gente come noi. Se riesco a costruirmi una carriera, ed è variegata e duratura, nessun altro bambino prodigio come me dovrà fare i conti con questioni come queste.

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Fonte: Corriere della Sera