Home » Storie di Medicina » In dialisi dopo troppo tè freddo

In dialisi dopo troppo tè freddo

E’ finito in dialisi dopo aver bevuto per 4 anni di seguito troppo tè freddo rispetto a quello consigliato dal medico. Vi sono delle storie di medicina che debbono farci riflettere sulla “misura” che dobbiamo applicare nelle cose: questa è una di quella.

Il tè freddo è una bevanda molto gustosa da consumare, specialmente d’estate. Ma è anche ricca di ossalati ed il suo consumo, se si vuole mantenere una salute renale degna di tale nome, deve essere moderato. Un signore di mezza età negli Stati Uniti lo ha sperimentato su se stesso: rifiutando di dare retta al proprio medico che gli indicava di diminuire le dosi, ora si trova costretto a sottoporsi permanentemente alla dialisi. Non spaventatevi se vi piace indugiare ogni tanto in questa bevanda: i medici che hanno in cura questo paziente parlano di quantità da overdose.

Nello specifico parliamo di almeno 16 bicchieri al giorno ed assunti con una certa regolarità. Certo, altre concause possono aver aiutato la comparsa della patologia renale di cui è affetto l’uomo portandolo alla dialisi, ma la quantità enorme di ossalati ingeriti dallo stesso non hanno di certo aiutato.

Gli ossalati, lo ricordiamo, si trovano in moltissimi cibi e bevande, alcuni anche pieni di benefici per il nostro organismo come mirtilli, more, lamponi, spinaci, rabarbaro. Ed ancora cereali, pane integrale, tè nero e caffè solubile: insomma, fanno parte della nostra dieta più di quanto pensiamo. Quando li ingeriamo essi si combinano con ferro, magnesio e calcio, formando dei sali ed evitandone l’assorbimento dei sali appena elencati, arrivando ad accumularsi soprattutto quando si legano con il calcio, nelle vie renali portando alla formazione di calcoli.

Quanto tè si può bere quindi senza incorrere in particolari pericoli? E’ questa la domanda che viene spontaneo porci. Secondo gli esperti il livello di “sopportazione” da parte dell’organismo è soggettivo e legato al consumo di cibi ricchi di ossalati e alla presenza di patologie pregresse che possano influenzare il lavoro dei reni come ad esempio la pressione alta o una certa famigliarità in quanto a malattie renali.

Photo Credits | Joshua Resnick / Shutterstock.com