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Depressione post-coito: ne soffre una donna su tre

Una donna su tre soffre di tristezza in seguito al rapporto sessuale. Si tratta di un “disturbo” noto fin dai tempi di Freud, che per primo insieme ad altri psicologi e studiosi ha tentato di trovarne una spiegazione navigando nell’inconscio del sesso femminile.

Un viaggio nella mente della donna che ancora non trova sbocco.  E che porta a pensare che il problema possa quindi essere relativo ad una predisposizione genetica.

Meglio conosciuta come depressione post-coitum, o disforia post-coitale,  questa sensazione scatena nella donna un senso di malinconia, ansia e tristezza molto spesso accompagnata da un desiderio della stessa di piangere. Molti ritengono che sia sbagliato parlare di depressione. E ci tengono a ricordare che non si tratta di un sentimento che scaturisce in seguito alla prestazione: essa prescinde dalla stessa e colpisce il sesso femminile senza tenere conto della soddisfazione sessuale o del raggiungimento dell’orgasmo.

I ricercatori dell’università australiana del Queensland e quella statunitense dello Utah, hanno condotto uno studio specifico pubblicato sul Journal of Sex Health prendendo a campione oltre duecento giovani donne.

Il 32,9% delle stesse ha dichiarato di aver sofferto nella sua vita sessuale almeno uno o due volte di quella che in lingua anglosassone viene chiamata comunemente “sex blues”. Crisi di questo genere, è stato rilevato, si risolvono spesso dopo pochi minuti, a differenza di crisi molto simili più conosciute e studiate come quella relativa alla nascita di un figlio.

I ricercatori ne hanno elencato le maggiori caratteristiche: essa si esprime solitamente ad orgasmo avvenuto attraverso una sensazione di irritabilità, malinconia, stati d’ansia e attacchi di pianto proprio nel momento in cui, grazie all’atto sessuale il fisico femminile dovrebbe essere “vittima” di uno stato di benessere.

Non sembra essere un disturbo direttamente connesso a traumi o violenze sessuali: solo in alcuni casi infatti questa “sindrome” può essere collegata ad eventi traumatici di questo tipo . Questo perché ad essere colpite, molto spesso, sono donne appagate e con una vita sia sentimentale che sessuale felice.

Nella seconda parte dello studio, ora in corso, i ricercatori concentreranno i loro sforzi nel comprendere quanto la psiche stessa delle donne possa rappresentare un fattore scatenante o se vi sia una vera e propria predisposizione biologica.

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Fonte: Corriere della Sera