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Videogiochi: cosa avviene quando scatta la dipendenza

Partiamo da un presupposto ormai confermato dalla maggior parte delle ricerche scientifiche: i videogames non fanno male, a patto che non si presentino determinate condizioni. Un nuovo studio sul gioco e sulla salute negli adolescenti, condotto dai ricercatori della Yale School of Medicine, ha scoperto alcune importanti differenze di genere legate al mondo dei videogiochi e ad importanti rischi per la salute.

Pubblicato sulla rivista Pediatrics, lo studio è tra i primi ed i più grandi ad esaminare i collegamenti possibili tra la salute ed il gioco “problematico” (chiamato anche dipendenza da videogiochi) in un campione di 4.028 adolescenti. Rani Desai, docente associato di psichiatria, epidemiologia e sanità pubblica alla Yale e colleghi, hanno intervistato, in forma anonima, i quattromila adolescenti sula loro abitudine a giocare con i videogiochi, sui problemi associati, comportamenti e stato di salute.

Hanno così scoperto che il 51,2% dei ragazzi giocava ai videogiochi (76,3% dei maschi e il 29,2% delle ragazze). Lo studio non solo ha rivelato che, nel complesso, non ci sono state conseguenze negative sulla salute nei ragazzi, ma anche che chi giocava aveva tendenze inferiori al fumo regolare. Tra le ragazze, però, il gioco è stato associato a maggiore aggressività tanto da portare un’arma a scuola.

Sebbene la maggior parte degli adolescenti sembra in grado di giocare senza alcun effetto negativo, in una piccola percentuale il comportamento diventa problematico, nota Desai. Tra gli intervistati, il 4,9% ha riferito di aver avuto problemi a staccarsi dal videogioco, provando un irresistibile desiderio di giocare, o di esperienze di tensione che può essere alleviata solo giocando. I ragazzi erano più propensi a segnalare i problemi (5,8%) rispetto alle ragazze (3%). In questo gruppo purtroppo era presente spesso anche il vizio del fumo di sigaretta a livelli normali con la media dell’età, a cui a volte si aggiungeva anche il consumo di droga, l’aggressività e la depressione grave sia nei maschi che nelle femmine.

I risultati suggeriscono che, in generale, il gioco normale è relativamente innocuo, soprattutto nei maschi. Ciò è in contrasto con molti rapporti precedentemente pubblicizzati che suggeriscono che il gioco porta all’aggressività. Tuttavia, le differenze di genere osservate tra i giocatori e non giocatori suggeriscono che le ragazze possono decidere di giocare per motivi diversi rispetto ai ragazzi.

Desai ha affermato che la prevalenza del gioco problematico è bassa, ma non insignificante. Ha aggiunto che sono necessarie ulteriori ricerche per definire i livelli di sicurezza del gioco, affinare la definizione di gioco problematico, e valutare la prevenzione e strategie efficaci di intervento.

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[Fonte: Sciencedaily]